MILANO – Il cardinale Carlo Maria Martini è morto. L’annuncio è stato dato dall’arcivescovo di Milano, Angelo Scola. Le sue condizioni si erano aggravate ieri sera. Il cardinale, da tempo malato di Parkinson, «è purtroppo entrato in fase terminale della malattia. Dopo un’ultima crisi, cominciata a metà agosto, non è più stato in grado di deglutire né cibi solidi né liquidi. Ma è rimasto lucido fino all’ultimo e ha rifiutato ogni forma di accanimento terapeutico», aveva spiegato poche ore prima del decesso il neurologo Gianni Pezzoli, che da anni ha in cura l’arcivescovo emerito di Milano.
Carlo Maria Martini è stato un propulsore dell’ecumenismo e del dialogo con le altre religioni, a cominciare dall’ebraismo. Un grande biblista e un uomo dalla profonda cultura, autore di molti libri e scritti, capace però di parlare alle folle e di attirare i giovani. Una figura aperta al cambiamento. Nato a Torino il 15 febbraio 1927 entra nella Compagnia di Gesù a 17 anni, il 25 Settembre 1944, e qui studia filosofia e teologia. Il 13 luglio 1952 viene ordinato sacerdote a Chieri (To). Nel 1958 si laurea in teologia fondamentale alla Gregoriana di Roma, con una tesi dal titolo «Il problema storico della Risurrezione negli studi recenti» e prosegue gli studi in Sacra Scrittura, perfezionandoli anche all’estero.
Il 2 febbraio 1962 pronuncia la solenne professione religiosa e in questo stesso anno gli viene assegnata la cattedra di critica testuale al Pontificio Istituto Biblico di Roma. Due anni dopo cura una nuova edizione del «Novum Testamentum graece et latine» di A. Merk e diviene membro del comitato per la pubblicazione del «The Greek New Testament». Il 29 settembre 1969 è nominato Rettore del Pontificio Istituto Biblico di Roma, carica che terrà fino al 1978. Sempre nel 1969 esce la seconda edizione di «The Greek New Testament», che costituisce la base delle 800 e più versioni del Vangelo diffuse nel mondo: padre Martini è uno dei cinque editori, l’unico cattolico.
Il 18 luglio 1978 Paolo VI lo nomina Rettore Magnifico della Pontificia Università Gregoriana. E per la quaresima di quello stesso anno lo invita a predicare il ritiro quaresimale in Vaticano: sarà l’ultimo di Papa Montini. Il nuovo papa, Giovanni Paolo II, lo elegge il 29 dicembre 1979 alla cattedra episcopale di Milano. Il 6 gennaio 1980 viene consacrato vescovo in S. Pietro. E il 10 febbraio successivo fa il suo ingresso ufficiale nella Diocesi di Milano. Nel novembre 1980 inizia l’esperienza della Scuola della Parola, le meditazioni tenute in Duomo a Milano per accostare la gente alla Scrittura secondo il metodo della lectio divina, insegnando a «leggere un testo biblico usato nella liturgia per gustarlo nella preghiera e applicarlo alla propria vita». L’iniziativa ebbe un successo crescente, attirando tantissimi giovani. Il 2 febbraio di tre anni dopo il Papa lo fa cardinale, con il titolo di Santa Cecilia.
Nell’ottobre 1986, durante la 16ø assemblea a Varsavia, viene nominato presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee: inizia il mandato con la Pasqua del 1987 e lo conserva fino al 1993. Tra il 15 e il 23 novembre 1986 si tiene ad Assago (Mi) un grande convegno diocesano sul tema del ’Farsi prossimò dove viene lanciata l’iniziativa delle Scuole di formazione sociale e politico. A ottobre 1987 inizia la serie di incontri sulle “domande della fede”, chiamati anche “Cattedra dei non credenti”, indirizzati a persone in ricerca della fede. Il 23 novembre 2000 viene nominato dal Papa Accademico Onorario della Pontificia Accademia delle Scienze. L’11 aprile 2002 riceve la laurea honoris causa in Scienze dell’Educazione dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. L’11 luglio 2002 il Pontefice accetta le sue dimissioni. Il progetto del card. Martini è di riprendere gli studi biblici vivendo prevalentemente a Gerusalemme. E così fa. Come cardinale elettore, torna a Roma per il conclave 2005, che elegge papa Ratzinger, ed è lui stesso è indicato da media e osservatori come uno dei papabili. L’11 giugno 2006 riceve la Laurea honoris causa in filosofia dall’Università ebraica di Gerusalemme gli conferisce. Nel 2008 rientrò in Italia definitivamente, stabilendosi all’Aloisianum di Gallarate, per poter curare il Parkinson.
Pochi mesi fa, a marzo era uscito «Credere e conoscere», frutto di una conversazione avvenuta a più riprese con il chirurgo e senatore Pd Ignazio Marino: nel libro Carlo Maria Martini affrontava con coraggio una riflessione su alcuni dei temi più spinosi oggi per la Chiesa: inizio della vita umana, fecondazione artificiale e donazione degli embrioni, sessualità e omosessualità, celibato per i sacerdoti, fine vita ed eutanasia. A riprova di una vivacità intellettuale che lo ha accompagnato per tutta la sua vita.