ROMA – Musei e i siti archeologici «sono servizi pubblici essenziali». Per questo il ministro della cultura Dario Franceschini annuncia una norma che inserisce anche i siti culturali nella lista dei luoghi pubblici per cui esiste «in casi eccezionali» la possibilità di «precettare» il personale per evitarne la chiusura.
Le dichiarazioni partono dalla mobilitazione dei lavoratori del sito archeologico di Pompei, al centro della protesta sindacale l’organizzazione dei turni, dagli orari agli straordinari. Una mobilitazione che è stata sospesa e su cui il ministro Franceschini ha espresso parole dure: per il ministro, la chiusura del sito archeologico per più di un’ora ancora questa mattina «è un ulteriore danno in termini di immagine, che rischia di vanificare il difficile lavoro che tutti i livelli istituzionali, dall’Europa al Governo, al ministero, agli enti locali, sino ai lavoratori, stanno facendo per Pompei».
«È sicuramente positivo che le assemblee dei prossimi giorni siano state sospese in attesa dell’incontro di venerdì con la soprintendenza» ha commentato il ministro, ma il tema delle chiusure dei luoghi della cultura «deve essere risolto alla radice e andando oltre Pompei. Mi pare infatti indiscutibile che i musei e i siti archeologici siano servizi pubblici essenziali, peraltro di grande valore e importanza. Per questo – spiega- mi sono attivato per una modifica normativa che aggiunga l’apertura dei luoghi della cultura all’elenco dei sevizi pubblici essenziali. Una nuova norma che consenta di ricorrere, in casi eccezionali, alla precettazione del personale per scongiurare le chiusure e tutelare i diritti dei visitatori».
Nel 2014 per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia sono state stanziate risorse per 2 milioni di euro, a cui si aggiungono altri 1.5 milioni stanziati e già spesi nel 2013: sono risorse della Soprintendenza, inseriti in un piano triennale, che si affianca al pacchetto da 105 milioni di euro stanziati dall’Unione europea per promuovere la tutela e la salvaguardia degli scavi e delle aree circostanti, le «buffer zone». Il milione e mezzo di euro del 2013 è stato speso per il censimento e la manutenzione delle opere all’interno della città antica, oltre che per un intervento su un’«insula» della Regio VIII.