
ROMA – Riforme istituzionali ed economiche. Sono gli obiettivi essenziali per il Paese, fissati da Giorgio Napolitano nel discorso davanti al Parlamento riunito. Parole dure, pronunciate con un velo di commozione, con la consapevolezza che «la condizione è una sola: fare i conti con la realtà delle forze in campo nel Parlamento da poco eletto, sapendo quali prove aspettino il governo e quali siano le esigenze e l’interesse generale del paese».
Giorgio Napolitano è partito alle 16.45 dal Colle in auto per raggiungere Montecitorio dove, davanti al Parlamento riunito in seduta congiunto, ha tenuto discorso di insediamento del suo secondo settennato. Per tutta la durata del tragitto hanno suonato a festa le campane di Montecitorio.
Napolitano, visibilmente commosso, ha ringraziato il Parlamento. «È un segno -ha detto iniziando il suo discorso di insediamento il Capo dello Stato- di rinnovata fiducia che raccolgo comprendendone il senso, anche se sottopone a seria prova le mie forze : e apprezzo in modo particolare che mi sia venuto da tante e tanti nuovi eletti in Parlamento, che appartengono a una generazione così distante, e non solo anagraficamente, dalla mia».
Il Parlamento ha applaudito in piedi l’ingresso del presidente della Repubblica. In piedi ma senza applaudire i deputati e i senatori del M5S che non hanno condiviso la sua rielezione sostenendo invece la candidatura di Stefano Rodotà. «Come voi tutti sapete, non prevedevo di tornare in quest’aula per pronunciare un nuovo giuramento e messaggio da Presidente della Repubblica» ha detto Napolitano. «Non potevo declinare, preoccupato per le sorti del Paese».
Il capo dello Stato non ha negato i problemi, e ha chiesto ai partiti un senso di responsabilità pari a quello dimostrato da lui. «A questa prova che non mi sono sottratto. Ma sapendo che quanto è accaduto qui nei giorni scorsi ha rappresentato il punto di arrivo di una lunga serie di omissioni e di guasti, di chiusure e di irresponsabilità».
Poi, un durissimo monito ad una classe politica «autoindulgente»: alla richiesta di riforme e di rinnovamento, «non si sono date soluzioni soddisfacenti: hanno finito per prevalere contrapposizioni, lentezze, esitazioni circa le scelte da compiere, calcoli di convenienza, tatticismi e strumentalismi». È imperdonabile, ha detto, la mancata riforma delle legge elettorale. «Non meno imperdonabile- ha proseguito- resta il nulla di fatto in materia di sia pur limitate e mirate riforme della seconda parte della Costituzione, faticosamente concordate e poi affossate, e peraltro mai giunte a infrangere il tabù del bicameralismo paritario. Ho il dovere di essere franco: se mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come quelle contro cui ho cozzato nel passato, non esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al paese».
È preoccupato, Napolitano. «Le sfide e le prove che abbiamo davanti sono più che mai ardue, profonde e di esito incerto. Questo ci dice la crisi che stiamo attraversando». Occorre grande attenzione di fronte a esigenze di tutela della libertà e della sicurezza da nuove articolazioni criminali e da nuove pulsioni eversive, ha detto il capo dello Stato, «e anche di fronte a fenomeni di tensione e disordine nei rapporti tra diversi poteri dello Stato e diverse istituzioni costituzionalmente rilevanti».
Un passaggio è dedicato anche al Movimento 5 Stelle: «Apprezzo l’impegno con cui» il Movimento «ha mostrato di volersi impegnare alla Camera e al Senato, guadagnandovi il peso e l’influenza che gli spetta: quella è la strada di una feconda, anche se aspra, dialettica democratica e non quella, avventurosa e deviante, della contrapposizione tra piazza e Parlamento». La Rete, ha detto Napolitano, «fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all’aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi, ma non c’è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all’imperativo costituzionale del metodo democratico».
Infine, l’appello: «Le forze rappresentate in Parlamento, senza alcuna eccezione, debbono dare ora» il loro «apporto alle decisioni da prendere per il rinnovamento del Paese. Senza temere di convergere» sulle soluzioni. «Il fatto che in Italia si sia diffusa una sorta di orrore per ogni ipotesi di intese, alleanze, mediazioni, convergenze tra forze politiche diverse, è segno di una regressione, di un diffondersi dell’idea che si possa fare politica senza conoscere o riconoscere le complesse problematiche del governare la cosa pubblica e le implicazioni che ne discendono in termini, appunto, di mediazioni, intese, alleanze politiche».
Da domani inizieranno le consultazioni-lampo per la formazione del nuovo governo, che potrebbe veder la luce già mercoledì. Questa mattina le Borse hanno brindato alla rielezione mentre continuano ad arrivare gli attestati di stima internazionali al Presidente. «L’Italia è in una situazione atipica e difficile, Giorgio Napolitano è tenuto in alta considerazione per il suo profilo personale dal governo tedesco come nel contesto internazionale», ha commentato per ultimo il portavoce di Angela Merkel.