TORINO – C’è anche il possesso di “armi da guerra” tra le accuse ipotizzate a carico dei tre giovani anarchici arrestati dalla Digos di Milano e Torino, stamani, nell’ambito delle indagini sull’assalto al cantiere Tav di Chiomonte (Torino). Si tratta di giovani tra i 24 e i 26 anni ritenuti a vario titolo responsabili per i fatti commessi contro le forze dell’ordine durante gli scontri in Val Susa del 13 e 14 maggio 2013.
Due sono stati arrestati a Milano e uno a Lecce. Tra le accuse, oltre a quella di possesso di armi da guerra, figurano a vario titolo anche reati contro la persona, le violenze contro le forze dell’ordine, e contro il patrimonio, i danneggiamenti al cantiere. I pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo hanno ottenuto la custodia cautelare dei tre per altri reati, ma procedono anche per la medesima accusa contestata inizialmente ai quattro attivisti che sono già sotto processo a Torino.
Per le forze dell’ordine quello dello scorso anno fu «un attacco in piena regola» al cantiere Tav del cunicolo esplorativo di Chiomonte. Nel resoconto della Questura di Torino si parlava di circa 30 persone, tutte travisate, che attorno alle 3.15 avevano preso d’assalto il perimetro del cantiere in un caso tagliando un piccolo tratto di recinzione, in altri cercando di bloccare con cavi di acciaio alcuni varchi normalmente utilizzati dalle forze dell’ordine. Azioni simultanee, su più fronti, utilizzando bengala, razzi esplosi da un rudimentale mortaio, artifici pirotecnici, bombe carta e bottiglie incendiarie.