ROMA – La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per la Raggi con l’accusa di falso documentale: mentì all’anticorruzione del Comune di Roma – secondo i pm – riguardo al caso di Renato Marra, fratello del suo ex braccio destro Raffaele. Marra senior da vigili urbano graduato fu promosso a capo del dipartimento turismo del Comune con un incremento di stipendio pari a 20 mila euro.
E l’accusa alla Raggi è relativa precisamente alle dichiarazioni all’Anticorruzione del Comune, in cui il ruolo di Raffaele Marra era definito «di mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali». Le prove portate dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Francesco Dall’Olio pero’ raccontano un’altra verità, la prova è in un messaggio del 14 novembre scorso dove Raffaele – a proposito dell’aumento dello stipendio del fratello Renato – scrive alla sindaca: «Se lo avessi fatto vicecomandante, la fascia (retributiva, ndr) era la stessa».
La Raggi replica subito dopo: «Infatti abbiamo detto vice no. Abbiamo detto che restava dov’era con Adriano». E lui controbatte: «E infatti con Adriano il posto era quello di cui abbiamo sempre parlato». Si tratta di Adriano Meloni, assessore comunale al Turismo, con il quale appunto Renato Marra sarebbe dovuto andare a lavorare grazie alla nuova nomina (poi revocata). Questa la prova che la nomina fu concordata con l’allora vicecapo di Gabinetto e che quindi la Sindaca ha mentito all’Anticorruzione del Comune. Al falso cade pero’ l’aggravante dell’articolo 61 secondo comma, la Raggi non ha dunque dichiarato il falso per coprire l’abuso d’ufficio di Marra.
Ielo e Dall’Olio hanno pero’ chiesto l’archiviazione della Raggi riguardo alla nomina (con relativo aumento di stipendio da 39 mila a 110 mila euro poi ridotti a 93 mila) del suo ex capo della Segreteria politica, Salvatore Romeo per mancanza dell’elemento soggettivo. I magistrati – dopo aver appurato che dietro le famose 3 polizze assicurative intestate da Romeo alla Raggi non c’era alcun illecito e aver visionato la memoria difensiva presentata dai suoi legali, gli avvocati Emiliano Fasulo e Alessandro Mancori – hanno deciso di sollecitare al gip l’archiviazione.
Sul tema è intervenuto anche Beppe Grillo, Garante del M5S, che si è detto «molto soddisfatto che i due reati più gravi» a capo della sindaca «siano stati archiviati». Grillo, si apprende ancora, è «contento» che Raggi «sia riuscita a dimostrare la sua innocenza».