PESCARA – Aveva lavorato per lui e pretendeva di avere il suo compenso. Circa 400 euro, cifra che però, evidentemente, il titolare riteneva alquanto esosa. E così, dopo aver preso una pistola, spara un colpo ad altezza uomo, fortunatamente senza colpirlo. Sono le 18 quando in Strada Colle Renazzo a Pescara, un operaio albanese va a bussare al civico 49 dei Quintiliani. Ha lavorato ma non è stato pagato e va a chiedere ai titolari il denaro che gli spetta. Quintiliani si accende, non vuole saldare quel conto, ne nasce una lite con l’albanese che, però, degenera. L’imprenditore spara e l’albanese scappa chiamando la polizia.
Quando sul posto, una casa lunga la salita del colle con il cancello automatico, arrivano le prime volanti di Quintiliani non c’è traccia ma viene trovato poco dopo nei paraggi. Intanto, nella sede della ditta arrivano anche la squadra Mobile e gli uomini della scientifica che, a terra, trovano il bossolo della calibro 22. L’arma, però, non è in casa. Pressato dagli agenti, il 33enne pescarese racconta di aver nascosto la pistola a casa di un parente in via Rubicone ed è in quella casa che la polizia si reca insieme all’imprenditore e dove trova la Beretta semi-automatica calibro 22 ancora carica e con gli altri colpi in canna.
Una volta svolti gli accertamenti emerge che l’arma è stata rubata tre anni fa a Civitanova mentre, intanto, il 33enne viene portato in questura dove la scientifica lo sottopone allo stub, la prova che permette di individuare tracce di polvere da sparo. L’uomo, quindi, assistito dall’avvocato Giancarlo Carlone, è stato arrestato per porto e detenzione di arma abusiva. Su richiesta del pm Mirvana Di Serio l’imprenditore è stato anche indagato per ricettazione e minacce aggravate. Stamattina, il processo per direttissima.
L’ultima volta che qualcuno ha sparato un colpo in aria è stata a Montesilvano a fine novembre dello scorso anno all’angolo tra via Inghilterra e via Dante Alighieri quando all’improvviso una persona che stava litigando con un’altra ha tirato fuori una pistola e ha esploso un colpo in aria. In tanti, quel giorno di novembre, sentirono il rumore dello sparo avvertendo i carabinieri mentre ieri, a Colle Renazzo, il rumore è stato attutito perché la ditta è abbastanza distante dalla strada e perché, a quell’ora, sulla strada non c’era molto traffico.
A chiamare la polizia, infatti, è stato il figlio dell’operaio albanese che intanto era scappato via di fronte al colpo della Beretta semi-automatica. Nel giardino della ditta di costruzioni a Colle Renazzo c’era anche il papà di Fabio Quintiliani che ha assistito alla lite con l’operaio che reclamava i soldi per il lavoro effettuato e ha assistito anche allo sparo, ma l’uomo è stato ritenuto estraneo.