PESCARA – “Nello studio pubblicato sul sito www. pescaramontesilvanospoltore .it sono indicate le economie che deriverebbero dalla fusione ed i maggiori trasferimenti dei quali i tre Comuni beneficerebbero. Una somma enorme, che consentirebbe di liberare in 10 anni risorse per investimenti per circa 150 milioni di euro, in un contesto semplificato e sburocratizzato, quale sarebbe quello derivante dalla nascita di ‘Nuova Pescara’; un contesto che consentirebbe a famiglie ed imprese che gravitano nell’area urbana di Pescara, Montesilvano e Spoltore di potersi rivolgere ad un unico interlocutore, invece che a tre”. E’ quanto dichiara Carlo Costantini, presidente del Comitato promotore per il si’ al Referendum del 25 maggio sulla fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore, che sottolinea come ci siano anche altri benefici a favore dei Comuni che scelgono di unirsi.
“Nel caso di istituzione di nuovi comuni, infatti, il patto di stabilita’ interno si applica a decorrere dal terzo anno successivo a quello dell’istituzione (L. 183/2011). Dunque – osserva Costantini – per tre anni, nel momento di massima competizione tra sistemi territoriali del medio adriatico, un’area urbana cosi’ grande e cosi’ vicina a Roma sarebbe l’unica a poter operare investimenti e spese senza i vincoli del patto di stabilita’; vincoli che strangolano ormai da alcuni anni intere economie locali, impedendo loro non solo nuovi investimenti, ma anche il pagamento di quelli gia’ realizzati”.
“Tutti i creditori – spiega Costantini – potrebbero essere pagati, con una iniezione di liquidita’ nel sistema economico senza precedenti e nuovi impegni di spesa potrebbero essere assunti, con la garanzia per gli operatori privati della certezza dei tempi di pagamento. Rispetto a queste irripetibili opportunita’, cantierabili in brevissimo tempo, vorrei che i sostenitori del ‘no’ offrissero alla discussione pubblica opportunita’ di crescita e di sviluppo del nostro territorio altrettanto certe ed altrettanto efficaci. Del resto, fino ad oggi – conclude Costantini – i sostenitori del ‘no’ (inclusi quelli che tacciono sull’argomento) sono, tranne Testa e Di Carlo, i candidati a sindaco, che per essere credibili, nel rappresentare quello che intendono realizzare, farebbero bene a spiegare anche con quali risorse e con quale organizzazione”.