
ROMA – “It’s wonderful to meet you. Thank you so much” (“È meraviglioso incontrarla, grazie molte”). Un po’ di imbarazzo, ma soprattutto grande commozione hanno accompagnato le prime parole pronunciate dal presidente Barack Obama dopo la stretta di mano con papa Francesco. Un incontro storico e molto atteso.
Il capo della Casa Bianca non aveva fatto mistero di considerare questo del Vaticano un appuntamento decisivo del suo viaggio in Europa. In sospeso i temi dei diritti individuali, ma in grande evidenza quelli dei diritti collettivi a una vita più giusta sui quali Francesco ha impostato gran parte del suo pontificato con messaggi spesso ripresi dal presidente americano. Obama è arrivato in Vaticano scortato da una numerosa delegazione: cinquanta minuti di colloquio privato in cui il primo presidente di colore Usa e il primo Papa latinoamericano hanno parlato di lotta alla povertà, ma anche di tratta degli esseri umani, di aborto e diritti degli omosessuali.
Al termine del faccia a faccia, Obama è uscito sorridente dalla sala della biblioteca e, prima del congedo finale, Bergoglio ha trattenuto a lungo la mano del presidente Usa, in una calorosa stretta. “Preghi per me e la mia famiglia. Sono con me in questo cammino”, ha detto Obama al Pontefice.