ROMA – La corsa è partita. Da questa mattina Roma è la prima città ufficialmente in corsa per ospitare i Giochi del 2024. «Il governo è al fianco del Coni perché nel settembre del 2015 Roma presenti una candidatura ad ospitare i Giochi 2024 non per partecipare, ma per vincere…», ha annunciato il presidente del consiglio Matteo Renzi. «I problemi non devono impedirci di sognare. Non è accettabile non provarci…», ha aggiunto il premier.
Il prossimo settembre scadranno i termini per presentare le candidature per i Giochi in agenda nel 2024: poi nel settembre del 2017, nel congresso del Cio di Lima, il verdetto. Renzi dal Salone d’Onore del Coni ha sottolineato come durante tutte le tappe verso il sogno a cinque cerchi verrà data particolare attenzione agli strumenti di vigilanza (verrà creato un Comitato dei garanti) e ha ricordato l’opportunità di poter coinvolgere anche altre città dove far disputare gare o partite eliminatorie. Sul tema Mario Pescante, membro italiano al Cio, ha precisato:«“Bisogna stare attenti a non sconfinare troppo da Roma nel preparare il nostro dossier: le altre città potenzialmente coinvolte dovranno avere appeal internazionale…».
I tempi del no alla candidatura della Capitale di Mario Monti sembrano lontani: era il giorno di San Valentino del 2012 e l’allora presidente del Consiglio non firmò la lettera di garanzia che avrebbe dovuto accompagnare il cammino di Roma nella sfida per le Olimpiadi del 2020 perché, spiegò, «visto il momento abbiamo ritenuto di dover essere molto responsabili». Renzi ha dato il suo via libera ad una candidatura che il presidente del Coni Giovanni Malagò definisce «della trasparenza». L’assist perché la Capitale scendesse in campo lo ha fornito il Comitato olimpico internazionale dettando la nuova agenda alle città con il sogno olimpico: meno investimenti e possibilità di far disputare alcune gare anche in altri luoghi. Presto nascerà il Comitato dei garanti, uno strumento interno di vigilanza su procedure ed atti: Nicola Gratteri, magistrato, potrebbe farne parte. Mentre per la presidenza del Comitato promotore c’è l’idea Andrea Guerra, ex ad di Luxottica.
Roma al centro di un cerchio. Poi, Firenze e Napoli come estremi rispettivamente del raggio verso Nord e di quello verso Sud. Ma si potrà sconfinare addirittura anche a Milano, in Sardegna o a Venezia. Non è un risiko, ma potrebbe rivelarsi lo schema vincente per i Giochi del 2024. Il Cio, Comitato olimpico internazionale, ha riscritto le regole a cui attenersi perché una città possa aspirare ad organizzare un’Olimpiade: procedure più trasparenti, veloci, economiche e che danno la possibilità di far disputare alcune discipline anche al di fuori dal luogo votato per i Giochi. La rivoluzione, impensabile soltanto pochi anni fa, trova la sua forza nella necessità di dare una risposta alla crisi di vocazione olimpica di città strozzate dai costi: dare l’assist per organizzare un’Olimpiade non solo nello spazio di pochi chilometri fra il villaggio atleti e i luoghi delle gare è una spinta per tutte quelle amministrazioni comunali che, altrimenti, non avrebbero potuto sostenere determinati sforzi economici.
A Roma si dovrebbero, comunque, disputare le gare o partite che assegnano le medaglie olimpiche e qualcosa in più: non esiste ancora una raccomandazione dettagliata del Cio in merito, ma appare auspicabile da parte dei pretendenti ai Giochi di pensare programmi con le fasi finali (almeno dai quarti) di ogni disciplina nella città prescelta. Per il cammino eliminatorio, invece, ecco che la rivoluzione approvata lunedì scorso dal parlamento dello sport mondiale è destinata a produrre i suoi effetti. Senza esagerare nel giro per l’Italia, Roma potrà coinvolgere nella sfida a cinque cerchi altre città vicine e, con dettagliata motivazione, anche comuni non proprio dietro l’angolo. Firenze e Napoli, estremi dei già citati raggi, avranno un ruolo importante: poche città candidate hanno la possibilità di tracciare una linea e trovare sul cammino, entro poco più di 200 chilometri, siti tanto affascinanti. Volley, basket e pallanuoto (in questo caso a Napoli) potrebbero traslocare per i primi turni proprio a Firenze e sotto al Vesuvio. La vela troverebbe la propria casa in Sardegna, anche se Venezia proverà ad inserirsi per ospitare le eventuali regate olimpiche. Milano diventerebbe la sede naturale di canoa e canottaggio.
Un giro per il Paese, comunque, limitato perché l’apertura del Cio non stravolga il senso dei Giochi. A metà gennaio, Roma verrà convocata per prima (la Capitale è l’unica città, al momento, uscita allo scoperto) proprio dal Cio per dare vita ad un percorso condiviso già dalle tappe iniziali: il cammino per arrivare al voto finale durerà fino al settembre del 2017 e soltanto fra nove mesi si conosceranno i nomi delle rivali italiane. L’appuntamento Coni-Cio in agenda fra un mese circa sarà il primo di una lunga serie: nel dossier per le Olimpiadi del 2024 si dovranno indicare quali infrastrutture faranno parte del progetto, impianti che potranno essere momentanei, costruiti per il tempo dei Giochi e, poi, smantellati. Anche quest’ultimi aspetto fa parte della rivoluzione all’insegna della sostenibilità voluta dal Cio.