CHIETI – L’autopsia ricostruirà con esattezza cosa è successo negli ultimi istanti di vita e soprattutto la causa della morte di Fausto Di Marco, il 40 enne di Chieti morto sabato notte, poco dopo le 4, in via Pescara. Sarà eseguita da Pietro Falco, responsabile di medicina legale della Asl di Chieti.
Un primo esame esterno e visivo del corpo senza vita del giovane musicista, trovato riverso in una pozza di sangue sul marciapiede del civico 137, già ieri aveva constatato una lesione ampia e profonda, che ha reciso i vasi del collo nella parte laterale sinistra, provocata da una ferita da arma bianca. Insomma, che non si fosse trattato di un accoltellamento era stato chiaro da subito, anche a giudicare dalla morte istantanea del giovane e dal tanto sangue perso.
Parecchi parlano di morte annunciata facendo riferimento a ripetute segnalazioni, a Comune e forze di polizia, di schiamazzi e risse proprio davanti ai due locali sul cui marciapiede ha perso la vita Fausto. Intanto è arrivato il fermo per Emanuele Cipressi, il 24 enne accusato di omicidio volontario. Sotto torchio, per oltre 12 ore, i testimoni dell’accaduto: una ventina, si è detto per tutta la giornata, i ragazzi interrogati in Questura a Chieti. E’ dai loro racconti, specie se incrociati, che gli inquirenti hanno potuto estrapolare dettagli ed elementi rivelatisi preziosi per arrivare al movente e al presunto colpevole.
Testimone chiave una ragazza nelle cui drammatiche parole l’accaduto di un’alba mai arrivata per Fausto: una birra offerta e forse negata, un lancio di un bicchiere di plastica per stizza che però colpisce non la giovane bensì Emanuele, una bottiglia rotta usata come arma sul collo di Fausto e il resto è la cronaca di una morte avvenuta in pochi attimi.