PESCARA – E’ il giorno dell’interrogatorio di Davide Troilo, il 32enne che ha accoltellato a morte la sua ex Jennifer Sterlecchini venerdì scorso a Pescara. Il giovane è ricoverato per le ferite riportate a seguito di una colluttazione o per il presunto tentativo di togliersi la vita dopo essersi conto della morte della vittima. Intanto è piantonato giorno e notte in attesa del trasferimento in carcere, ma prima di questo gli interrogatori di garanzia affidati al Gip Antonella Di Carlo che stamane salirà nel reparto per ascoltare Troilo difeso dal suo avvocato Davide Antonioli.
C’è l’ipotesi che l’uomo potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere avendo già riferito la sua verità al Pm Silvia Santoro, la sera stessa dopo la tragedia, ma è una verità che fa acqua da tutte le parti. Troilo, in sostanza, dice che a seguito di una discussione con Jennifer per via della restituzione di un tablet che avevano comprato insieme, lei lo avrebbe spinto e lui lo stesso. Dopodichè sarebbe stata la stessa Jennifer ad afferrare un coltello e a colpirsi alla gola. La scena del crimine e la dinamica ricostruita dagli inquirenti racconta tutt’altro: se Troilo non aveva intenti bellicosi perché lasciare fuori dalla porta di casa la madre di Jennifer e la sua amica? Perché quelle fratture alla mandibola sul viso di Jennifer? Perché riaprire la porta lasciandola socchiusa subito dopo la tragedia? E poi quelle superficiali ferite di coltello all’addome, la lama ha affondato solo per qualche impercettibile millimetro, sostengono gli inquirenti, come a voler inscenare un tentativo di suicidio. Tutte domande, queste, alle quali solo Davide Troilo può rispondere.