TERAMO – La morte di Melania Rea torna d’attualità. Stavolta il tema sono le due perizie, quella della genetista Sara Gino e dell’anatomopatologo Gianluca Bruno, che sono state rimesse al gup di Teramo. Ma non darebbero le auspicate certezze sull’ora della morte. Per l’accaduto risulta indagato il marito Salvatore Parolisi, da 14mesi in carcere per il delitto.
Le perizie riconsegnate al gup di Teramo, Marina Tommolini dunque non sono in grado scientificamente di fissare l’ora esatta della morte. Al contrario, le varie perizie sembrano coincidere nel fissare il giorno del decesso, il 18 aprile 2011. La perizia di oltre mille pagine del medico legale Bruno contiene, alla fine della stessa, la conclusione secondo cui diventa impossibile fissare l’ora della morte. Un aspetto importante perche’ avrebbe potuto circoscrivere una serie di dati sui momenti antecedenti il delitto in relazione alle indagini sugli spostamenti del marito Salvatore che ha sempre asserito di essere stato il giorno della scomparsa di Melania a Colle San Marco con lei e la bimba.
Per l’entomologo Stefano Vanin, Melania sarebbe morta il 18 aprile. A tale conclusione era giunto studiando il tempo di colonizzazione delle larve. Un lavoro, il suo, ancora piu’ utile alla magistratura inquirente se fosse stato seguito il protocollo standard di repertamento entomologico e di registrazione della temperatura corporea di Melania da applicare nella fase di ritrovamento del cadavere della donna di Somma Vesuviana (Napoli). Ai fini delle indagini sarebbe utile conoscere esattamente l’ultimo pasto (si parla di latte, caffe’ o piadina) ingerito dalla vittima per circoscrivere il momento in cui era in vita. Intanto il 29 settembre dovrebbe riprendere il processo.