BERGAMO – E’ durato circa tre ore l’interrogatorio in carcere di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore arrestato per l’omicidio di Yara Gambirasio. E’ stato lo stesso Bossetti a chiedere di essere interrogato. Il pm Letizia Ruggeri ha lasciato il carcere di Bergamo. Bossetti ha ribadito di essere innocente e non ha fatto nomi di altre persone. Quel che è certo è che verrà ripetuto l’esame del Dna. E’ quanto hanno detto i suoi legali dopo l’interrogatorio.
“Questa è una indagine pazzesca e non possiamo credere di poterla smontare in una settimana”. Lo ha spiegato l’avvocato di Massimo Giuseppe Bossetti, Claudio Salvagni, al termine dell’interrogatorio in cui Bossetti “ha risposto a tutte le domande”. “Voglio dimostrare che sono innocente”, aveva ribadito prima dell’interrogatorio ai suoi legali Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni, continuando a dire: ”Io non ho mai visto Yara”.
Bossetti avrà dovuto spiegare come mai il suo Dna sia stato trovato sul corpo della ginnasta tredicenne il 26 febbraio del 2011, a tre mesi esatti dalla scomparsa in un campo di Chignolo d’Isola. L’uomo ha frequenti perdite di sangue dal naso e potrebbe azzardare che qualcuno abbia usato dei suoi attrezzi da lavoro per tagliare i leggins e gli slip di Yara. In quel campo, qualche tempo dopo il ritrovamento della ragazza, tornò con la moglie. A dire della donna, per curiosità e senza conoscere la strada, tanto che faticarono a trovarlo. Bossetti è soprattutto intenzionato a smentire ciò che dai giornali ha appreso riguardo alcune testimonianze che gli inquirenti bergamaschi avrebbero raccolto.
Qualcuno sostiene che si assentasse qualche volta dal lavoro con delle scuse e il muratore afferma che sia accaduto solo in rare occasioni e sempre per un motivo valido. Avrebbe una spiegazione anche per quella discrepanza che riguarda il centro estetico in cui andava a fare le lampade (raramente secondo lui, di frequente secondo la titolare).