L’AQUILA – Gli arrestati nell’ambito dell’operazione “Aquila Nera” sono: Stefano Manni, 48 anni di Ascoli Piceno ma residente a Montesilvano; Marina Pellati (49) di Varese, residente a Montesilvano; Luca Infantino (33) di Legnano (Milano), ivi residente; Piero Mastrantonio (40) dell’Aquila, ivi residente; Emanuele Pandolfina Del Vasto (63) di Palermo, residente a Pescara; Franco Montanaro (46) di Roccamorice (Pescara), ivi residente; Franco La Valle (51) di Chieti, ivi residente; Maria Grazia Callegari (57) di Venezia, residente in provincia di Torino; Franco Grespi (52) di Milano, residente a Gorizia; Ornella Garoli (53) di Milano, residente a Gorizia; Katia De Ritis (57) di Lanciano, ivi residente. Ai domiciliari sono finiti Monica Malandra di 42 anni dell’Aquila, ivi residente, Marco Pavan (30) di Venezia, residente a Padova e infine, Luigi Di Menno di Bucchianico 47enne di Lanciano, ivi residente. Nell’ambito dell’operazione sono state complessivamente indagate 44 persone. La base operativa era Montesilvano.
“Anche in questa operazione si ripropone il problema di attivita’ che in qualche modo fanno riferimento anche al momento politico e sociale. Indubbiamente tra le tematiche piu’ affrontate da questo gruppo figurava ad esempio l’invasione degli stranieri in Italia. Quindi questo conferma come accanto a quella che era l’ideologia neofascista degli anni Settanta si fosse affiancata nel tempo anche un’attenzione verso quei fenomeni piu’ recenti che fanno riferimento all’immigrazione”. Lo ha detto all’Aquila il generale Mario Parente, responsabile del Ros, a margine della conferenza stampa indetta per illustrare i dettagli dell’operazione, rispondendo ai giornalisti che chiedevano quanto e’ concreto in Italia il rischio terrorismo.
“Durante le perquisizioni abbiamo scoperto una lista a casa di uno degli indagati con l’elenco delle persone che potevano essere degli obiettivi. Vi erano intenti tutti tenuti sotto controllo che pero’ procuravano molta attenzione a chi li stava seguendo perche’ se ci fosse sfuggita di mano la situazione, potete immaginare cosa poteva succedere. Si e’ proceduto anche ad un sequestro di 21 armi a Pescara che sarebbero state oggetto di mira ai danni della persona che le custodiva legalmente. I carabinieri hanno fatto un accertamento amministrativo, fortunatamente non tutto era in regola e cosi’ si e’ provveduto a fare un sequestro amministrativo, riuscendo a sottrarre le armi alla volonta’ illecita manifestata dal gruppo”. Lo ha chiarito il pm della Dda dell’Aquila, Antonietta Picardi.
“Durante le perquisizioni – ha aggiunto Picardi – abbiamo scoperto una lista a casa di uno degli indagati con l’elenco delle persone che potevano essere degli obiettivi. Vi erano intenti tutti tenuti sotto controllo che pero’ procuravano molta attenzione a chi li stava seguendo perche’ se ci fosse sfuggita di mano la situazione, potete immaginare cosa poteva succedere. Si e’ proceduto anche ad un sequestro di 21 armi a Pescara che sarebbero state oggetto di mira ai danni della persona che le custodiva legalmente. I carabinieri hanno fatto un accertamento amministrativo, fortunatamente non tutto era in regola e cosi’ si e’ provveduto a fare un sequestro amministrativo, riuscendo a sottrarre le armi alla volonta’ illecita manifestata dal gruppo”.
“Per la prima volta c’è stata l’applicazione della norma che prevede la presenza di agenti infiltrati in materia di terrorismo”. Lo ha detto il Procuratore capo della Repubblica dell’Aquila, e responsabile della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo dell’Abruzzo Fausto Cardella nel corso della conferenza stampa.
“Li hai contatti quelli no?”. “Si, si”. E ancora: “Per sto cazzo di compleanno quanto costano le caramelle, che ti hanno detto”. “Mi hanno detto 6, 700 euro per un AK (un tipo di fucile, ndr). A grandi linee e’ come negli anni Settanta, solo che con la tecnologia avanzata dobbiamo stare molto piu’ attenti”. E’ una delle innumerevoli intercettazioni telefoniche del Ros dei carabinieri finite nel fascisolo dell’indagine denominata “Aquila Nera”. A parlare sono due soggetti indagati, ma la loro identita’ non e’ precisata dagli inquirenti. “C’e’ una struttura e da li’ non si scappa”, dice uno degli arrestati. “Chi c’e’ sopra dira’ tu fai questo… tu fai quello… perche’ poi comunque c’e’ una strategia. Gli obiettivi gia’ praticamente ci sono – spiega ancora il soggetto intercettato – il fatto e’ che, qualora il popolo ha un problema e quelli la’ non lo possono risolvere, il popolo non va piu’ bellante da loro. Cerchera’ altri punti, qualcuno li dovra’ aiutare”.