PESCASSEROLI – Anche i Nuclei cinofili antiveleno del “Progetto Life Antidoto” del Corpo forestale dello Stato saranno impegnati in prima linea per accertare la morte dell’orso la cui carcassa e’ stata rinvenuta lo scorso 9 giugno nella “Valle Orsara”, all’interno della riserva naturale Orientata “Feudo Intramonti” nel cuore del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. L’esemplare, soprannominato dai ricercatori “Ferroio”, riconoscibile per le marche auricolari di colore rosso, aveva all’incirca 15 anni.
Da un primo esame ispettivo effettuato dal veterinario dell’ente Parco, intervenuto per il recupero, non e’ stato possibile indicare le cause di morte, la carcassa quindi sara’ sottoposta a breve agli accertamenti necroscopici di rito presso il Centro nazionale di medicina veterinaria forense di Grosseto. Le indagini della forestale, dunque, proseguiranno con l’intervento dei Nuclei cinofili antiveleno del progetto Life Antidoto per una perlustrazione dell’intera valle alla ricerca di eventuali carcasse di altri animali per escludere possibili cause di avvelenamento, oltre che per scopo preventivo. Queste operazioni avranno luogo nei prossimi giorni e vedranno la partecipazione del personale del Corpo forestale dello Stato appartenente al Coordinamento territoriale dell’ambiente (Cta) Parco nazionale Abruzzo Lazio Molise e dei guardiaparco.
“L’Ente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise proceda a dotare di radiocollari almeno tutta la popolazione adulta presente nell’area di principale presenza dell’Orso e sospenda il pascolo in tutti i comuni e prioritariamente in quelli della Marsica”. E’ la richiesta del Wwf Abruzzo a seguito del ritrovamento “dei resti di un ennesimo Orso bruno marsicano”.
“In questo modo – si legge in una nota – sara’ possibile seguire gli esemplari e si potra’ venire a conoscenza di eventuali decessi in tempi tali da consentire gli accertamenti del caso e le analisi necessarie per stabilire le cause di morte. L’animale – sottolinea il Wwf – potrebbe essere morto per la stessa patologia infettiva, la Tbc, che ha causato di recente la morte di un’orsa femmina che frequentava le medesime aree di pascolo. E’ vero che quest’ultimo animale potrebbe essere morto per una molteplicita’ di altre cause, ma in ogni caso e’ necessario gestire con adeguata risolutezza la comparsa della Tbc sui pascoli di Gioia dei Marsi, visto che gia’ nel 2013 si e’ segnalato un caso di Tbc in un bovino proveniente dai pascoli di Lecce dei Marsi prossimi a quelli di Gioia dei Marsi. Si dia quindi seguito alle richieste avanzate nei giorni scorsi dal ministro della Salute e si sospenda a titolo cautelativo il pascolo del bestiame a Gioia dei Marsi ed a Lecce dei Marsi. Inoltre chiediamo all’assessorato alla Sanita’ della Regione Abruzzo, in particolare al responsabile dei Servizi veterinari, di adoperarsi immediatamente per promuovere capillari e puntuali controlli per tutti gli allevamenti che insistono nelle aree del Parco e dei comuni adiacenti, nel rispetto del principio precauzionale e dell’interesse pubblico per la conservazione e salvaguardia di una specie rara e sempre piu’ a rischio di estinzione, ma anche per la stessa salute pubblica”.