PETTORANO SUL GIZIO – E’ stato ucciso con una fucilata l’orso ritrovato morto il 12 settembre scorso nel comune di Pettorano sul Gizio. Queste le prime certezze arrivate dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale (IZSLT) di Grosseto dove la carcassa e’ stata trasferita martedi’.
L’orso – secondo quanto riferisce la forestale – e’ stato attinto da un colpo sparato con una munizione spezzata. Uno dei pallettoni ha raggiunto l’intestino ed ha provocato un’infezione: la peritonite e’ risultata fatale. Sulla base delle risultanze dell’IZSLT di Grosseto il Corpo forestale dello Stato, coordinato dalla Procura della Repubblica di Sulmona, si sta procedendo ad effettuare tutte le operazioni di ricerca delle fonti di prova per rintracciare i colpevoli dell’uccisione del plantigrado (articolo 544 bis c.p. e 30 lett. C L. 157/92), nonche’ a ricostruire gli spostamenti dell’orso nelle ore antecedenti il decesso.
La forestale smentisce la voce circolata su alcuni organi di informazione circa l’attivita’, da parte del Corpo, di ricerca e cattura dei due orsi che si aggirano nella zona di Pettorano sul Gizio. Continua invece senza sosta l’attiva dei forestale di monitorare le zone frequentate dagli orsi per allontanarli dalla zona abitata.
“Si tratta di un fatto gravissimo che non puo’ e non deve trovare alcuna giustificazione. La riduzione della mortalita’ per mano dell’uomo e’ uno degli elementi essenziali per evitare l’estinzione dell’Orso bruno marsicano. Purtroppo, siamo in presenza del quarto orso morto nel 2014”. E’ quanto afferma in una nota la presidenza del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm). “E’ evidente la necessita’ di rafforzare l’azione di tutela su tutto l’areale frequentato dall’orso e, soprattutto, delle zone di passaggio tra aree protette come il territorio posto tra Parco nazionale D’Abruzzo e Parco della Maiella, dove l’orso e’ piu’ a rischio. Pettorano continua ad essere frequentato in questi giorni da altri orsi, dunque, per la loro tutela – sostiene l’ente – e’ necessario rafforzare il controllo del territorio e il coordinamento tra le forze dell’ordine, cosi’ come e’ necessario mettere in sicurezza le fonti alimentari che attirano gli orsi in prossimita’ delle abitazioni e attivare forme di dissuasione sperimentate con il progetto Life Arctos”.
Sull’argomento si muovono anche i presidenti di Federcaccia e Arci Caccia che hanno inviato una lettera al presidente del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Antonio Carrara e all’assessore alla Caccia della Regione Abruzzo, Dino Pepe, per offrire la loro “piena disponibilita’ a collaborare ad ogni iniziativa tesa a contrastare qualsiasi azione ai danni di un selvatico prezioso come l’Orso Bruno Marsicano”. Nella lettera le due associazioni esprimono “la piu’ ferma condanna per le drammatiche, delittuose aggressioni che si ripropongono nei confronti dell’Orso Marsicano. Nel rispetto dell”Accordo’ da noi sottoscritto al Ministero dell’Ambiente per partecipare alla protezione dell’Orso Marsicano – si legge nella lettera – siamo a chiedere di convocare un incontro urgente per verificare le migliori e piu’ efficaci azioni che ci permettano di mettere a disposizione il nostro servizio di vigilanza volontaria, coordinato dal Corpo Forestale dello Stato, per intensificare l’attivita’ di prevenzione e repressione del ‘bracconaggio’ comunque motivato e da chiunque sia rappresentato. Restiamo disponibili anche per altre iniziative riteniate proporre per ‘stroncare’ immediatamente l’attivita’ criminale”.
Sul tema spunta un’altra proposta: ritirare il tesserino venatorio a tutti i cacciatori che operano negli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia) confinanti con il Parco Nazionale d’Abruzzo ed avviare in tutto il Paese un piano straordinario per la tutela degli orsi che preveda un rafforzamento di tutti i presidi del Corpo Forestale dello Stato, perche’ questa e’ una guerra non solo contro la natura ma contro lo Stato italiano, di cui la fauna selvatica e’ patrimonio indisponibile (art. 1 legge 157/92). E’ quanto chiede l’Ente Nazionale Protezione Animali in seguito ai risultati della necroscopia dai quali risulterebbe che l’orso trovato morto nell’Aquilano sarebbe stato ucciso da una fucilata. In particolare l’Enpa chiede con forza che il Ministro dell’Ambiente svolga un ruolo piu’ attivo e concreto nell’adempimento dei propri compiti istituzionali. “Prima il Trentino, ora l’Abruzzo. E’ ormai a tutti chiaro che stiamo vivendo una vera e propria emergenza – dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali -. Una emergenza che riguarda non solo gli orsi, ma, piu’ in generale tutta la fauna selvatica, vittima di una campagna d’odio senza precedenti.” Sotto questo profilo l’Enpa chiede come sia possibile che, dopo lo strazio di 13 orsi in pochissimi anni in Abruzzo, non si trovino i colpevoli di questi “animalicidi”.