PESCARA – Trecento persone per esprimere il proprio dissenso sul declassamento dell’ospedale di Popoli. Una manifestazione davanti la sede della direzione generale della Asl di Pescara organizzata dal movimento “Avanti tutta, indietro non si torna” per alzare la voce contro la riorganizzazione della sanità regionale.
Tra loro anche molti primi cittadini non solo della Val Pescara, ma anche provenienti da alcuni comuni confinanti dell’Aquilano, tutti con striscioni, fischietti e manifesti. “È una protesta condivisibile – ha detto il sindaco di Popoli Concezio Galli – che parte da lontano perché noi siamo qui a rivendicare il diritto alla salute della nostra gente perché oggi il nostro territorio esce fortemente penalizzato dalle scelte della politica sanitaria regionale. Sono mesi che cerchiamo di trattare e fare proposte, ma abbiamo dovuto prendere atto che la Regione è sorda alle richieste di una parte di territorio. Siamo oggi qui a Pescara per chiedere che venga assolutamente garantita l’emergenza-urgenza di questo territorio”.
La protesta era anche contro le ultime decisioni del direttore generale della Asl di Pescara, Armando Mancini, che prevedono la chiusura notturna del pronto soccorso di Popoli e una riduzione degli orari della radiologia (8-14 anziché 8-20). Tutto questo mentre è al vaglio del Consiglio regionale la proposta del movimento per salvaguardare il presidio ospedaliero.
“Avanti tutta” non è nuovo a queste iniziative: ad ottobre circa un migliaio di persone erano scese in piazza a Popoli dove, tra cori e slogan, era emersa la volontà di scongiurare la chiusura della struttura. Circa un mese dopo era stata presentata una proposta per la salvaguardia del nosocomio popolese portata poi all’attenzione della Regione.