ROMA – Il governo panamense si dichiara pronto a collaborare per il caso dei cosiddetti “Panama papers”, i documenti diffusi su un network di 214 mila società di comodo (off-shore) basate a Panama presso lo studio legale Mossack Fonseca, che emergono da un’inchiesta dell’Icij, il consorzio internazionale dei giornalisti investigativi del quale fa parte anche il settimanale L’Espresso, che ha pubblicato l’inchiesta in Italia.
Re, primi ministri in carica e non, parenti e amici di uomini potenti, attori, calciatori ed ex calciatori di oltre 200 Paesi nel mondo. C’è di tutto nel dossier in questione che consiste in 11,5 milioni di file segreti per un totale di 2,6 terabyte – e-mail, PDF e file – che coprono un periodo che va dal 1970 alla primavera del 2016. I documenti forniscono informazioni su leader attuali ed ex, così come celebrità, che avrebbero presumibilmente riciclato miliardi di dollari, evaso tasse con l’aiuto di società all’estero ed evitato sanzioni e presunte attività finanziarie illegali di alcune delle persone più potenti del mondo.
La lista dei personaggi coinvolti è lunga. Ci sono almeno 12 leader mondiali, o ex tali, tra i quali si segnala la presenza del presidente ucraino Petro Poroshenko, del re saudita Salman, del presidente argentino Mauricio Macri, del primo ministro islandese Sigmundur Gunnlaugsson. Ancor più lunga è la lista dei parenti o dei personaggi strettamente associati ai leader. Si va dal cognato del presidente cinese Xi Jinping, alla figlia dell’ex premier cinese Li Peng, agli amici del presidente russo Vladimir Putin, passando per il figlio del primo ministro malaysiano Najib Razak, i figli del premier pachistano Nawaz Sharif, il padre ormai morto del primo ministro britannico David Cameron. Coinvolto anche Nuraly Aliyev, vice sindaco di Astana e nipote del presidente kazako Nursultan Nazarbayev, azionista di una società con sede nelle Virgin Island britanniche le cui attività principali sono comprare e vendere yatch di lusso. Ci sono poi alcuni parenti del re del Marocco Mohamed VI, Pilar di Borbone, sorella maggiore dell’ex re di Spagna Juan Carlos, Rami e Hafez Makhlouf, cugini del presidente siriano Bashar al Assad, Juan Armando Hinojosa, imprenditore vicino al presidente messicano Enrique Penha Nieto.
Tra i nomi dei circa 800 italiani coinvolti, secondo l’Espresso anche il presidente di Alitalia e vicepresidente di Unicredit Luca di Montezemolo.
Molte delle persone citate negli articoli apparsi nelle ultime ore hanno segnalato di essere in regola con le norme dei loro paesi. Più aggressiva è stata la risposta del Cremlino. Il portavoce del governo, Dmitri Peskov, ha sostenuto che “l’obiettivo principale” dell’inchiesta è Putin e che contro il presidente russo “non c’è nulla di concreto o di nuovo”. Secondo lui, inoltre, la fuga di notizie è partita dalle mosse di “un ex membro della Cia, del Dipartimento di Stato”. Peskov ha anche scagionato sua moglie, la campionessa di pattinaggio artistico Tatyana Navka, che compare nelle carte dell’inchiesta.
Secondo l’Irish Times, nei documenti ci sarebbero i nomi di almeno una ventina di grandi calciatori del passato e del presente appartenenti a top club del calibro di Barcellona, Manchester United e Real Madrid. Fra i nomi quello di Leo Messi e dell’ex interista Ivan Zamorano e del presidente (sospeso) della Uefa ed ex campione della Juventus Michel Platini. Ma nei files risulterebbero anche i nomi di proprietari attuali o del passato di almeno 20 grandi club di calcio, fra cui Inter, Boca Juniors e Real Sociedad. Il quotidiano catalano Sport riferisce che Messi è intenzionato a sporgere querela contro il consorzio Icij e il giornale tedesco ‘Süddeutsche Zeitung’ che per primo ha ricevuto i file e li ha poi condivisi con i 107 giornali di oltre 70 paesi che fanno parte dell’International Consortium of Investigative Journalists.
Nelle carte compaiono anche i nomi dell’attore e star di blockbuster Jackie Chan e del regista spagnolo Pedro Almodovar. Come già accennato, la collaborazione offerta dal governo di Panama riguarda la richiesta di assistenza nel caso vengano promosse eventuali azioni legali. Mentre la Procura panamense ha annunciato indagini per verificare eventuali reati rivelati dai documenti.