ROMA – E’ nera la prima fumata del Conclave per l’elezione del nuovo Papa. Il risultato è arrivato come previsto prima delle 20 e anche l’esito negativo era piuttosto scontato. Il Conclave era ufficialmente iniziato con la chiusura della Cappella Sistina. Un’altra porta che si era chiusa al mondo, dopo quella di Castel Gandolfo che aveva ufficializzato le dimissioni di Benedetto XVI. Da stasera, quindi, ci restano solo i segnali di fumo, da quel comignolo sopra le storiche mura affrescate da Michelangelo che comunicherà in tempo reale le decisioni dei 115 cardinali elettori.
Prima però c’è stato il complesso rituale dell’avvio di conclave. I cardinali si sono trasferiti di prima mattina alla casa Santa Marta, dove pernotteranno per tutta la fase elettorale. Alle 10 è stata celebrata la messa “Pro eligendo Pontifice”, presieduta dal decano Angelo Sodano, che è durata quasi due ore. Il rito è stato concelebrato da tutti i cardinali, elettori e non elettori, che hanno baciato l’altare. In veste rossa, rocchetto e mozzetta, con in testa la mitra bianca damascata, i cardinali si sono disposti ai due lati del presbiterio.
La Messa pro eligendo è stata celebrata in latino, ma alcune parti sono state pronunciate in altre lingue: la prima lettura in inglese, il salmo in italiano, la seconda lettura in spagnolo. Il Vangelo è invece cantato e pronunciato in latino. Pronunciate preghiere in francese, swahili (lingua di molti Stati africani), portoghese, malayalam (lingua parlata in India, principalmente nel Kerala) e tedesco. Il card. Angelo Sodano ha ringraziato Dio «per la amorosa assistenza che sempre riseva alla sua Chiesa e in particolare – ha detto – per il luminoso pontificato che ci ha concesso con la vita e le opere dell’amato e venerato Benedetto XVI, al quale in questo momento – ha detto – rinnoviamo tutta la nostra gratitudine».