ROMA – Papa Francesco fa un’analisi a tutto tondo su ciò che ruota intorno alla macchina della giustizia. Nel suo discorso pronunciato alla Associazione Internazionale di Diritto Penale ricevuta oggi in udienza ha spaziato su diversi argomenti. Papa Francesco contesta l’ergastolo, «pena di morte nascosta». «Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà sono chiamati oggi o a lottare non solo per l’abolizione della pena di morte, legale o illegale che sia, e in tutte le sue forme, ma anche al fine di migliorare le condizioni carcerarie, nel rispetto della dignità umana delle persone private della liberta», ha detto Jorge Mario Bergoglio: «E questo, io lo collego con l’ergastolo.
Nel Codice penale del Vaticano, non c’è più, l’ergastolo. L’ergastolo è una pena di morte nascosta». “E’ impossibile immaginare che oggi gli Stati non possano disporre di un altro mezzo che non sia la pena capitale per difendere dall’aggressore ingiusto la vita di altre persone».
«Le cosiddette esecuzioni extragiudiziali o extralegali sono omicidi deliberati commessi da alcuni Stati e dai loro agenti, spesso fatti passare come scontri con delinquenti o presentati come conseguenze indesiderate dell’uso ragionevole, necessario e proporzionale della forza per far applicare la legge. In questo modo, anche se tra i 60 Paesi che mantengono la pena di morte, 35 non l’hanno applicata negli ultimi (dieci, ndr.) anni, la pena di morte, illegalmente e in diversi gradi, si applica in tutto il pianeta».
«Gli argomenti contrari alla pena di morte sono molti e ben conosciuti”, ha detto ancora il Papa argentino. “La Chiesa ne ha opportunamente sottolineato alcuni, come la possibilità dell’esistenza dell’errore giudiziale e l’uso che ne fanno i regimi totalitari e dittatoriali, che la utilizzano come strumento di soppressione della dissidenza politica o di persecuzione delle minoranze religiose e culturali, tutte vittime che per le loro rispettive legislazioni sono “delinquenti”».
Il Pontefice ha anche affrontato il tema della carcerazione preventiva che «quando in forma abusiva procura un anticipo della pena previa alla condanna o come misura che si applica di fronte al sospetto più o meno fondato di un delitto commesso costituisce un’altra forma contemporanea di pena illecita e occulta , al di là di ogni patina di legalità».
Papa Bergoglio ha poi toccato la questione della tortura «caratteristica delle carceri di massima sicurezza» e non solo. «Le torture ormai non sono somministrate solamente come mezzo per ottenere un determinato fine ma costituiscono un autentico plus di dolore che si aggiunge ai mali propri della detenzione»… «Si tortura anche in carceri, istituti per minori, ospedali pscichiatrici, commissariati e altri centri di detenzione e pena».
«Una forma di tortura è a volte – ha ancora detto il Papa – quella che si applica mediante la reclusione in carceri di massima sicurezza», con la «mancanza di stimoli sensoriali, la completa impossibilità di comunicazione e la mancanza di contatti con altri esseri umani». E questo accade a volte «anche in altri penitenziari».
«Gli Stati devono astenersi dal castigare penalmente i bambini» che invece devono essere «destinatari di tutti i privilegi che lo Stato è in grado di offrire». E il Papa in questo contesto chiede anche trattamenti speciali per gli anziani al pari di quelli che vengono messi in atto per le donne incinte, per i disabili e e per le persone handicappate.
«Le forme di corruzione che bisogna perseguire con maggiore severità sono quelle che causano gravi danni sociali come le frodi contro la pbblica amministrazione o l’esercizio sleale dell’amministrazione o qualsiasi sorta di ostacolo alla giustizia». Questa la posizione di Papa Bergoglio che ha anche sottolineato l’importanza che il diritto penale non stani soltanto i «pesci piccoli».