PARIGI – E’ stato un vero e proprio attacco armato quello contro la redazione parigina del giornale satirico Charlie Hebdo. Il bilancio provvisorio è di almeno 12 morti, tra cui due poliziotti. E ci sono anche quattro feriti in gravissime condizioni. Testimoni hanno raccontato che due uomini incappucciati e vestiti di nero sono penetrati nella sede del settimanale francese e hanno aperto il fuoco imbracciando kalashnikov. I due sono quindi fuggiti, aggredendo un automobilista e impossessandosi della sua auto. Il veicolo è stato poi ritrovato abbandonata nel XIX arrondissement. Posti di blocco sono stati allestiti in tutta la capitale francese.
Tra le vittime ci sono il direttore e vignettista Stephan Charbonnier (detto Charb) e i tre colleghi vignettisti Georges Wolinski, Cabu (Jean Cabut) e Tignous (Bernard Verlhac). E per Charb sembra essere stata profetica l’ultima vignetta: la scritta “ancora nessun attentato in Francia” e l’immagine di un talebano armato fino ai denti che dice: “aspettate, c’è tempo sino a fine gennaio”.
Secondo quanto ha riferito un testimone alla radio France Info, i due assalitori avrebbero urlato: “Vendicheremo il Profeta”. E ancora “Allah Akbar” (Dio è grande), come rivelano le immagini girate dal giornalista Martin Boudot, trasmesse da France Televisions. Il giornale Charlie Hebdo è noto per le sue vignette sull’Islam e risale ad appena quindici minuti prima dell’attacco l’ultima, pubblicata sul profilo Twitter, su Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato islamico (Isis). Inoltre sull’ultima copertina campeggia una foto dello scrittore Michel Houellebecq, al centro di polemiche per il romanzo in uscita oggi ‘Sottomissione’, che racconta l’arrivo al potere in Francia di un presidente islamico.
Durante l’attentato alcuni giornalisti e dipendenti sono scappati sui tetti, come hanno documentato loro stessi. I giornalisti mostrano volti tirati e pallidi mentre si ‘accuccianò dietro le grondaie che offrono loro riparo dal tiro degli assalitori.
Coco, uno dei vignettisti sopravvissuto al massacro, ha raccontato che i due killer lo hanno costretto “a digitare il codice per entrare nella sede. Poi hanno sparito a Wolinski, Cabu… è durato 5 minuti. Io mi sono rifugiato sotto una scrivania… parlavano un ottimo francese e sostenevano di essere di al Qaeda”.
Sul posto sono giunti immediatamente il presidente francese François Hollande e il primo ministro Manuel Valls. François Hollande sul luogo dell’attentato. “E’ un attacco terroristico, non c’è alcun dubbio”, ha detto il Capo dell’Eliseo una volta giunto alla sede che si trova in boulevard Richard-Lenoir, nel XI arrondissement. “Diversi attentati sono stati sventati nelle scorse settimane”, ha proseguito Hollande con il volto teso e grave, assicurando il massimo impegno nel prendere tutte le misure necessarie per proteggere i francesi. “E’ un attentato terroristico di eccezionale barbarie. Un attentato alla nostra libertà e contro la polizia che la protegge”, ha detto ancora. Hollande ha anche reso noto che “40 persone (i redattori ed il personale di Charlie Hebdo, ndr) sono ora al sicuro e salve”. Il presidente francese ha concluso avvertendo “che è già iniziata la caccia all’uomo per trovare i responsabili, li scoveremo li cattureremo per condurli davanti alla giustizia, per essere condannati”. Hollande ha convocato una riunione dei ministri all’Eliseo per il pomeriggio e parlerà ai francesi alle ore 20.
Dopo il drammatico attentato, in Francia tutte le redazioni giornalistiche saranno sorvegliate dalle forze dell’ordine. Lo scrive Le Figaro, citando una fonte di polizia. Hollande ha confermato l’installazione di una “protezione ovunque dovrebbero essere perpetrati gli stessi atti”. Lo stesso Le Figaro, dal canto suo, ha deciso di bloccare tutti gli accessi alla sua sede, che si trova a Parigi non lontano da quella di Charlie Hebdo, per motivi di sicurezza.