ROMA – Alfano è stato chiaro: “Sappiamo benissimo quanto Berlusconi abbia voluto questo passaggio dal Pdl a Fi, quindi non è interesse di alcuno andare lì a rovinare la festa. Confidiamo che ci siano le condizioni per andare insieme a fare una scelta unitaria e condivisa attorno a Berlusconi”. Le sue parole, a tre giorni dal cruciale consiglio nazionale di sabato prossimo, confermano le indiscrezioni su un possibile forfait dei cosiddetti “governativi” all’appuntamento. In estrema sintesi il messaggio del segretario Pdl è il seguente: se ci sarà un accordo con Berlusconi ci saremo, altrimenti no. E l’accordo non può prescindere dal sostegno al governo Letta.
Alfano insiste invece perché l’ex premier si comporti da «statista» e confermi la fiducia al premier Letta. Far cadere il governo – ragiona Alfano, intervistato da Maurizio Belpietro a “La telefonata” su Canale 5 – «sarebbe in ogni caso peggio» perché o si farebbe un «governo di sinistra-sinistra» all’opposto delle posizioni Pdl o si andrebbe al voto «senza il nostro campione, Silvio Berlusconi, che sarà incandidabile».
Tornando all’appuntamento di sabato, gli alfaniani hanno o no raggiunto un terzo delle firme dei componenti del Consiglio nazionale al loro documento? «Non me ne sono personalmente occupato – dice Alfano -. Un terzo dovrebbe essere intorno a 270 e secondo quello che mi dicono i colleghi siamo già oltre 300, ma non me ne sono direttamente interessato e oggi prenderò cognizione del dato definitivo». Quanto ai contenuti del documento «esso ribadisce lealtà al presidente – sottolinea Alfano – indica la riforma della giustizia, del fisco. Non pone obiezioni al passaggio in Fi. L’unico punto di distinguo reale è sull’appoggio al governo».