Un fluido inebriante scende in platea, il pubblico si scuote in innumeri brividi di elegante beltà; è la parola che avvolge di un abbraccio fatalmente seducente. Poi, è tutto un altro mondo, non si è più lo stesso di qualche attimo prima, si è altro, lontano da noi stessi, perché Daniela, ci ha presi per mano ci ha portati oltre, in furenti cosmogonie, irragiungibili da esseri normali.
Parliamo di Daniela Musini, chi altri ? Donna di inarrivabile classe, puro talento, dal fascino scenico, artista poliedrica ormai affermata per il mondo, indefinibile e sfuggente, poichè nessuna parola, o nessun aggettivo può renderle giustizia. E’ , come lei dice, “l’utero” che diventa parola, stile; e infatti chi vede Daniela sul palco, ha netta la sensazione di una abissale vertigine: lei non interpreta il personaggio, è quello che fa; è la persona scenica, è l’amico a te accanto, non mai personaggio, ma nel frattempo ti ha lacerato la carne con l’affabulazione, ti ha emozionato, ti ha turbato, ti ha lasciato stupefatto, spesso impotente, in preda alla forza emozionale e irresistibile.
Dunque, scrivere di Daniela è ancorché arduo, perché raccontare un’artista completa, può indurre a equivoci, può portare fuori dal seminato; per convenzione non scritta, una certa intellighentsja nazionale, cosiddetta militante, ama ”definire”. E un tale termine, risulta quanto mai offensivo per l’arte di Lei. Definire, significa limitare, e avendo poc’anzi parlato di cosmogonie, si cade nella trappola dell’antitesi, Daniela non è definibile, non è limitata! Musicista? Attrice? Scrittrice? Si, ma… nessuna rende l’idea, basta dire il nome: Daniela Musini.
Malia: da sgranare occhi e anima, ti arriva, la parola (mai tal termine fu esatto, in un’epoca di equivoci dove si fa presto a confondere parole e chiacchiera) come un magma, e che sia voce, che sia lettura, che sia musica è sempre la stessa emozione.
Vanto della regione, Daniela, da sola, ha edificato il suo modo di essere artista, e i pubblici di tutto il mondo, che siano, giapponesi, russi, polacchi, dappertutto ha risposto con standing ovation, un luogo ai massimi sistemi, dove oltre non si può.
ARXIS