ROMA – “68 per cento, numeri impressionanti, viva la democrazia e grazie a tutti. Adesso al lavoro, tutti insieme!”. Così con un post su Instagram Matteo Renzi gioisce per l’esito del congresso tra gli iscritti. “E’ un risultato che vedo con molta soddisfazione”, il commento del ministro della Giustizia Andrea Orlando. “Tenete presente – aggiunge parlando a Radio Cusano Campus – che la mia candidatura è arrivata nelle ultime ore utili, in un partito che ha perso circa un terzo degli iscritti, prevalentemente persone che manifestavano una critica nei confronti della linea di Renzi, con il 90% del gruppo dirigente schierato con Renzi e con una partecipazione che non è stata eccezionale; tenete conto che Renzi in queste primarie prende gli stessi voti che ha preso l’altra volta”.
“Aver messo in piedi una rete che è presente in tutto il territorio e che rende competitiva la mia candidatura per il 30 di aprile non era affatto scontato e oggi invece credo che si siano realizzate queste condizioni e quindi si apra un’altra partita”, aggiunge il ministro della Giustizia e candidato alla segreteria. “Io – assicura – se sarò eletto segretario farò solo il segretario, questo partito ha bisogno di una persona che gli ridia una forza programmatica e progettuale.
Ma è ancora guerra di cifre dentro il Pd. Se non vi sono dubbi che Renzi tenga saldamente il comando nella corsa a tre per la segreteria, le percentuali ballano a seconda della fonte di riferimento. E balla, soprattutto, il dato dell’affluenza. L’ex premier, stando alla sua mozione, sarebbe vicino al 70%, staccando nettamente Andrea Orlando (che avrebbe il 25% circa) e Michele Emiliano, al quale viene attribuito un risultato intorno al 6,5%, in grado di farlo restare dunque in gara. Dati che i renziani registrano con molta soddisfazione, giudicandoli un risultato incredibile, un vero trionfo.
Dati che, pur mantenendo inalterati classifica e distacchi, sono stati contestati dalle altre due mozioni che nel corso della giornata sono giunte a quotare l’ex premier al 62% e il governatore pugliese all’8%, ben oltre la soglia necessaria per andare ai gazebo.
A porre fine al rincorrersi di percentuali, a volte dettate più da entusiasmi e scaramanzie che da rilevazioni reali, ci prova in tarda serata l’organizzazione del Pd che, “ufficializza” – a votazioni in corso – i risultati in proiezione: con i dati raccolti dall’organizzazione del Partito che coprono circa 4mila circoli – recita la nota del Nazareno – le tre mozioni hanno ottenuto: Matteo Renzi 68,22% (141.245 voti) – Andrea Orlando 25,42% (52.630 voti) – Michele Emiliano 6,36% (13.168), per una somma totale di voti validi pari a 207.043″.
Parola fine, l’organizzazione dem, prova anche a metterla sull’affluenza, altro terreno di scontro tra i tre aspiranti candidati alle primarie. “L’affluenza al voto degli iscritti al partito per i congressi scrutinati – annuncia il Pd – è del 58,1%, che propone una proiezione finale di votanti compresa tra 235mila e 255mila”. Ma non c’è nulla da fare. In netto contrasto con i dati che i comitati di Emiliano e Orlando hanno snocciolato per tutta la giornata, giunge in tarda serata la secca presa di posizione della mozione del Guardasigilli che giudica “non convincenti” le proiezioni Pd quotando l’affluenza ai congressi intorno ai 200.000 votanti e ritoccando vistosamente le percentuali dei tre candidati: Orlando al 29,6%, Renzi al 62,4% ed Emiliano all’8%.