ROMA – Novità in vista per i pensionamenti. La formula dell’anticipo di pensione finanziato da un prestito (Ape) partirà il 1° maggio. Lo ha comunicato il governo ai sindacati. Il tetto per ottenere l’anticipo senza penalizzazioni sarà di 1350 euro di reddito personale mensile lordo. Le misure saranno inserite nella legge di stabilità. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini conferma lo stanziamento di 1,5 miliardi nel 2017 e 1,6 nel 2018 per complessivi sei miliardi nel triennio.
Iil segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, dopo l’’incontro a palazzo Chigi riferisce che «la cosiddetta Ape Social si potrà chiedere se si ha una soglia di reddito compresa fino a 1350 euro lordi. Il lavoratore non paga niente, interviene lo Sato». I sindacati chiedono, però, che tale livello sia alzato. Nelle intenzioni del governo – ha riferito ancora Proietti – la rata di rimborso per l’Ape volontaria sarà del 4,5 o 4,6%.
All’Ape sociale potrà accedere chi ha svolto lavori gravosi, come maestre della scuola dell’infanzia, lavoratori edili, macchinisti, infermieri di sala operatoria; o beneficiari dovranno aver maturato 30 anni di contributi in questi mestieri se disoccupati e 35 anni se attivi. «Abbiamo chiesto di ampliare la platea – ha riferito Proietti – e di limare gli anni di contributo». Il sindacalista si è detto invece soddisfatto di quanto ottenuto per i lavoratori precoci: chi ha cominciato a lavorare prima dei 19 anni e ha 41 anni di contributi, se disoccupato e se ha svolto lavori faticosi potrà andare in pensione. Eliminata la penalizzazione per chi è uscito dal lavoro prima dei 62 anni.