L’AQUILA – La Commissione italiana per l’Unesco, all’unanimità, candida la Perdonanza Celestiniana e la cultura del tartufo per i riconoscimenti di beni “Patrimonio Immateriale dell’Umanità”. L’Italia annovera 51 siti inseriti dall’Unesco nella Lista del Patrimonio dell’Umanità, la World Heritage List. Quella di Sito Patrimonio dell’Umanità è la denominazione ufficiale di queste aree secondo la Convenzione sul Patrimonio dell’Umanità adottata dalla Conferenza generale dell’UNESCO il 16 novembre 1972.
Oggi la Commissione italiana per l’Unesco ha ricandidato la “Perdonanza Celestiniana”, e la valutazione di questo dossier prenderà il via a Parigi quest’anno per concludersi nel 2018. Lo scopo di tale convenzione è di identificare, secondo precisi criteri, aree, siti e luoghi che rappresentano delle peculiarità di particolare importanza da un punto di vista culturale, artistico, archeologico, ambientale o paesaggistico.
Con 51 siti inclusi nella lista del Patrimonio dell’Umanità, l’Italia si pone in testa a tutti i paesi per numero di riconoscimenti. Si tratta di luoghi ben conosciuti come Le Dolomiti, la Città di Verona, Ferrara e il Delta del Po, al Nord; il Centro storico di San Gimignano e quelli di Firenze e Roma, Villa Adriana e Villa D’Este a Tivoli, nel Centro Italia; l’Area archeologica di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata, I Sassi e il parco delle chiese rupestri di Matera, la Costiera Amalfitana, le Isole Eolie, e via dicendo. Tutti luoghi che almeno una volta nella vita sono stati oggetto del desiderio di viaggiare per conoscere e vivere la storia, l’arte e la cultura del Bel Paese.