PESCARA – I tre punti erano importanti, ma alla fine l’importante era non perdere. La storia è sempre la stessa: la rosa è buona ma tutt’altro che eccelsa, per caratteristiche da contropiede. Se solo si facesse un confronto tra il parco attaccanti del Pescara e quello delle altre squadre di alta classifica, avremmo una risposta più che esaustiva. Il gap è senza dubbio evidente e marcato. Ci fermiamo al solo reparto avanzato.
Diverso il discorso legato all’atteggiamento. A Pillon si imputa una mentalità speculativa. Sarà anche vero ma ha portato punti, precisamente 51, ovvero quinto posto con due lunghezze di vantaggio sul Verona grandi firme costruito, appunto, per vincere.
Il verbo di Pillon lo si conosce non da ieri. È un allenatore concreto e pragmatico. Per caratteristiche, il Pescara è squadra da contropiede. Nei primi mesi di campionato è stato in grado di ripartire negli spazi. In questo finale di stagione fa più fatica per una condizione generale che evidentemente non è più quella di prima. Le armi sono prevalentemente difesa e contropiede. Non c’è uno sviluppo della manovra dal basso, certo per mentalità ma anche per caratteristiche di un organico non di primissimo livello ma, comunque, ad un passo dai play off a cui alla vigilia nessuno pensava o credeva, a maggior ragione, dopo l’ incompiuta del mercato di gennaio. Per il salto di qualità sarebbe servito altro. Intanto, si spera, la squadra andrà ai play off. Poi si vedrà.