PESCARA – Parla di un rigore “discutibile” Stroppa a fine gara. Ed in effetti è proprio così. Un rigore molto dubbio mette in ginocchio un Pescara che tutto sommato, pur non costruendo un gran gioco, stava difendendo a denti stretti lo 0-0. Se si considera poi che i biancazzurri sono stati costretti a giocare un’ora in inferiorità numerica per l’espulsione di Romagnoli, allora il risultato finale di 2-0 sembra per certi versi anche eccessivo. Ma tant’è. E così dopo la partita il tecnico, di comune accordo con la società, decide di mandare tutti in ritiro. Fino a domenica e lontano dall’Abruzzo.
Per quanto riguarda la partita, il Pescara è stato per gran parte della gara nella propria metà campo. Solo Weiss alza ogni tanto i giri, ma Abbruscato è solo soletto lì davanti. Pellissier e compagni soffrono contesti simili. La partita è loro con un possesso palla senza storia, ma quel che conta è trovare il pertugio e se non c’è contropiede sono dolori. Bisognerebbe accelerare, e invece l’unica trama saporita nasce quando Hetemaj recupera palla a centrocampo e lancia subito Théréau. Ci si prova, allora, da fuori: Luciano, Hetemaj, mira difettosa. Il campo, messo malissimo, fa il resto.
Una mano la dà l’arbitro: Romagnoli si arrangia su una fuga di Théréau, il francese cade, il fallo pare al massimo da giallo, per Ostinelli è espulsione diretta. Suona la sveglia, Dainelli spaventa Perin di testa, Dramè incoccia contro il palo. Stroppa non cambia, retrocede un mediano. Corini, per vivacizzare, chiede ai tre davanti di scambiarsi spesso la posizione. Probabilmente alza anche la voce, all’intervallo, perché vorrebbe pazienza, giro palla veloce per stancare i biancazzurri, sovrapposizioni in fascia per allargare le maglie della difesa. Idea più che logica, ma il tutto si risolve in circolazioni lente, sterili, e tentativi isolati.
Non essendoci poi interpreti ispirati nell’uno contro uno si scade ancora nei tentativi da lontano. Di là, Quintero, su punizione, alza il ditino. Stroppa è coraggioso nell’inserire Celik. Corini risponde con Stoian, passando al 4-4-2. Il Pescara, addirittura, alza il baricentro, e con Celik impensierisce Sorrentino. Ma si sfalda sul più bello: Modesto atterra il nuovo entrato Samassa, Luciano dal dischetto spiazza Perin. Nemmeno il tempo di esultare e Théréau è mandato in porta da Lucio che cerca il pallonetto, il portiere smanaccia, Stoian è lì e corregge. Finisce così, 2-0.
Il tabellino:
Chievo: Sorrentino, Dainelli, Andreolli, Guana, Luciano (83′ Cofie), Rigoni (61′ Stoian), Frey, Pellissier (70′ Samassa), Hetemaj, Thereau, Dramè. All. Corini
Pescara: Perin, Zanon, Romagnoli, Abbruscato, Modesto, Bocchetti, Weiss (61′ Celik), Colucci (44′ Cascione), Cosic, Blasi, Quintero. All. Stroppa
Arbitro: Ostinelli di Como
Reti: 75′ Luciano (R), 76′ Stoian
Note: 32′ espulso Romagnoli; Ammoniti: Colucci, Zanon, Hetemaj.