PESCARA – Dalle stelle alle stalle. Si dovrebbe proprio dire cosi in questi casi. Contro uno Spezia in difficoltà, il passo indietro è stato vistoso. A prescindere dai limiti, il grande assente è stato il gioco. Soprattutto in casa, serve ben altra mentalità. Ad Ascoli il 3 – 5 – 2 è stato utile, diciamola tutta, per limitare i danni. Una partita giudiziosa e intelligente con pochi rischi e un finale dolcissimo. Rimane il fatto che per avere più possibilità di vincere questo sistema di gioco deve essere interpretato in maniera più offensiva. D
Per fare la differenza conta l’atteggiamento. Di certo non come accaduto nella ripresa della sfida di ieri. Contro lo Spezia primo tempo non memorabile ma ordinato, soprattutto chiuso in vantaggio, con la possibilità di raddoppiare senza subire neanche una parvenza di pericolo. Kastrati, sostituto di Fiorillo, inoperoso e di fatto spettatore non pagante. Ripresa, invece, pessima sotto tutti i punti di vista. In primis sul piano dell’atteggiamento appunto, da subito rinunciatario.
In appena due minuti il Delfino ha subito due reti, per di più a difesa schierata. Non solo, cambi discutibili. Rinunciare a Busellato, elemento che garantisce filtro e dinamismo, non è stata una buona idea. Il suo sostituto Ingelsson è risultato abulico, soprattutto avulso dal contesto e responsabile in occasione del vantaggio ospite firmato da Gudjohnsen. Non ha convinto neanche l’avvicendamento di Memushaj.
La squadra produce pochissimo e non sembra avere certezze sul piano tattico. Finora, i biancazzurri hanno raccolto appena 4 punti su 12 a disposizione in 4 partite disputate all’Adriatico. Un successo ( Pordenone ), un pari ( Entella ) e due sconfitte di fila contro Crotone e Spezia. Sabato prossimo, sempre in casa, la capolista Benevento unica squadra ancora imbattuta del campionato di serie B dalla difesa imperforabile con appena 3 gol subiti. Se le premesse sono queste il Pescara dovrà stare molto attento.