PESCARA – Con i tre gol al passivo di domenica, il Delfino ha il primato di avere la difesa più perforata del campionato con 35 reti subite e il peggiore attacco con solo 16 centri. Quando in estate costruisci una rosa con tante criticità, specie a centrocampo, e subisci 7 ko nelle prime 9 giornate con Oddo al timone, è evidente che sei destinato ad un campionato di grande sofferenza.
Con quello che aveva, Breda ha fatto il massimo fino alla vittoria di Reggio Emilia dello scorso 4 gennaio: 12 punti in 8 giornate bucando una sola partita, quella di Chiavari con l’Entella. Discesa, invece, sorprendente negli ultimi 3 match con altrettante sconfitte. In realtà, al “Bentegodi” una discreta gara almeno per 70′, ma alla fine zero punti e altri 3 gol incassati.
Siamo sicuri che il cambio di modulo sia la panacea? Per le caratteristiche dei centrali, abituati a giocare a tre, la difesa a 4 non offre ancora garanzie, non sembra dare sicurezza. La coperta è sempre corta. E’ anche vero che in queste tre sconfitte di fila è mancato un perno come Scognamiglio, che nell’ultima gara giocata era anche andato a segno. Probabilmente è l0unico che ha giocato con continuità e riesce a dare sicurezza al reparto difensivo. E pensare che il società qualcuno aveva anche pensato di cederlo.
Diverso il discorso per il centrocampo: finché lo hanno sorretto le forze, Rigoni ha dato il suo contributo. È chiaro che se hai giocato solo 5′ in Venezia – Monza dello scorso dicembre, alla prima vera esibizione vai in difficoltà dovendo acquisire ancora il ritmo partita. Stesso discorso vale per Sorensen che dal mese di gennaio di un anno fa ha giocato pochissimo, addirittura un solo incontro negli ultimi 4 mesi. Tutte cose da mettere in conto.
Il problema è che il campionato non aspetta e il Pescara è in fondo alla classifica. Sabato prossimo all’Adriatico, i biancazzurri ospiteranno la Reggina. Bisogna conquistare i tre punti, senza se e senza ma.