PESCARA – Dal paradiso all’inferno. Un riassunto breve e conciso della giornata dei biancazzurri e soprattutto di Michele Fornasier. Prima la gioia per il gol e poi la sciocchezza del fallo da rigore praticamente a tempo scaduto, dopo che Catellani aveva saltato ben tre centrocampisti. E oltre al danno anche la beffa: quattro pali e una traversa colpiti dal Pescara di cui una in pieno recupero che poteva assicurare i tre punti al Delfino, ma nulla di fatto.
Alla fine liguri in salvo e abruzzesi su tutte le furie, con Oddo si fa espellere per proteste e i giocatori che accerchiano Pairetto nel finale. Chichizola è provvidenziale su Zampano e Benali, sembra lui il baluardo della squadra di Di Carlo, che invece è brava a non sfilacciarsi e superare indenne il primo tempo. Anche dopo le occasioni del 27’ (colpo di testa ravvicinato di Lapadula, centrale) e del 42’: corner per il Pescara, Lapadula da due metri potrebbe sbloccarla, ma manca lo specchio della porta. Che Fiorillo non partecipi alla partita fino all’intervallo interessa poco agli ospiti, decisi a giocarsi tutto su eventuali disattenzioni difensive degli avversari. Con Catellani e Nenè lì davanti, non si dorme mai tranquilli, ma Fornasier e Zuparic lo sanno e non allentano mai la morsa.
Il centrale veneto fa anche di meglio, ad inizio ripresa: angolo nel 1’, Mandragora di testa costringe Chichizola al miracolo, ma sulla ribattuta l’ex difensore dello United schiaccia in porta il pallone del vantaggio. Cambiano i piani dello Spezia, mentre la squadra di Oddo comincia a prendere le misure per il raddoppio e mette ancora paura con Lapadula e Verre. Al 7’ Caprari taglia verso la porta, servito da Benali, calcia forte sul primo palo ma trova ancora una volta il portiere sudamericano sulla traiettoria. Pochi istanti e Oddo trema: lo Spezia reclama per un rigore, dopo un fallo su Catellani.
Nell’ultima mezzora, Di Carlo ci prova giocando con tre punte (dentro Ciurria), ma si sbilancia e viene subito punito dall’infinita qualità negli spazi di Lapadula: al 18’ Verre lo lancia nella prateria, lui prende la mira e fulmina Chichizola con un rasoterra sul primo palo. Una botta che non intacca l’orgoglio di Catellani e compagni: è proprio il bomber spezzino a riaprire la partita con la complicità di Fiorillo (gioca con una maschera protettiva dopo la frattura del setto nasale). Verre ha la palla del ko, ma al 24’ va a sbattere contro l’incrocio dei pali. Il Pescara è stanco e lo Spezia non si arrende e resta sbilanciato. Una gran palla in verticale di Mandragora viene trasformata di nuovo in oro da Lapadula, ma c’è un palo di troppo tra il bomber e la doppia cifra. Poi il rigore del pareggio spezzino e il legno finale di Sansovini. E la gara termina sul 2-2.
Oddo è furioso: “Sono stato espulso per aver detto’solo tre minuti di recupero’. La risposta è stata ‘vuole andare fuori’ e poi mi ha cacciato”. Tornando a parlare della gara: “Abbiamo stradominato con una partita strepitosa. Un mezzo tiro su un mezzo errore di Fiorillo e basta. Sono arrabbiato perché siamo troppo ingenui. Sono stufo di dire che dobbiamo crescere. Al di la del rigore che non c’era nemmeno. Un giocatore al novantesimo non esiste che parte da centrocampo e salta tre uomini. Al novantesimo come parte a centro campo bisogna fare fallo. Gli errori più gravi sull’azione del rigore sono stati fatti dai centrocampisti, non dai difensori.