PESCARA – I suoi predecessori mai avevano debuttato con una sconfitta così sonora. La realtà però è proprio questa. Massimo Epifani a fine gara si è assunto tutte le responsabilità dell’inatteso e clamoroso rovescio interno col Parma. Mea culpa, senza dubbio lodevole, ma eccessivo. In realtà, i problemi sono da ricercare a monte.
Una sola partita non può mettere al patibolo l’allenatore. Zeman dal canto suo stava facendo il massimo con la fondata speranza che la squadra potesse crescere ulteriormente come dimostrato a Cittadella. I difetti dell’organico sono strutturali. Limiti evidenti a centrocampo, acuiti ieri dalla scelta di cambiare sistema di gioco passando dal 4 – 3 – 3 al 4 – 2 – 3 – 1. È stato un azzardo.
Un Pescara senza equilibrio. Lo dicono i numeri : nelle ultime 10 partite della gestione Zeman, 8 gol subiti ma distribuiti in 4 gare, 0 in 6 incontri. Solidità cancellata dalle 4 reti incassate in soli 90′. Per non parlare dell’attacco che manca in generale di qualità. Altro che play off. Ora, invece, la situazione può diventare pericolosa. La priorità è guardarsi alle spalle. Di fatto, il recupero col Carpi in programma martedì alle 18, è già uno snodo. Epifani deve fare cose semplici senza buttare al vento o trascurare quel che di buono, tra mille difficoltà, è stato realizzato in precedenza. In caso contrario, sarebbe un grave errore. Ma bisognerà assolutamente provarci.