PESCARA – Cagliari, Crotone, Bologna e Palermo. Sono i nomi delle quattro squadre che il pescara dovrà affrontare in rapida successione per decretare quale sarà il suo destino. Un minicampionato che deve portare assolutamente punti in casa biancazzurra, altrimenti si rischia il tracollo, soprattutto dal punto di vista mentale.
Il Pescara nella sua storia in serie A non era mai andato così male come adesso: dopo lo stesso numero di giornate, nell’ultima annata in A per esempio, il divorzio da Stroppa si era appena consumato e la squadra aveva conquistato già tre vittorie (e due pareggi): contro Palermo, Cagliari e Parma. Questa volta niente, nemmeno una gioia sul campo, solo quella regalata dalla giustizia sportiva grazie al caso Ragusa (la vicenda aspetta il verdetto definitivo del Coni) che consente all’attuale classifica biancazzurra di recitare quota 7. Altrimenti il Pescara sarebbe ultimo in graduatoria, dietro anche a Crotone e Palermo che ora sono dietro e con l’Empoli a distanza quasi incolmabile contando anche che lo scontro diretto è stato perso per 0-4 tra le mura amiche.
D’altra parte c’è l’attenuante che questa squadra , causa infortuni, causa sfortuna, causa che dir si voglia, avrebbe potuto avere tranquillamente qualche punticino in più. Ma i numeri parlano chiaro: i 7 punti in 14 partite, di cui quattro conquistati sul campo, sono frutto di altrettanti pareggi, e dei quali due conquistati in doppia superiorità numerica (contro Torino e Genoa). Meglio addirittura fece il Pescara di Stroppa e Bergodi (13 gare del primo ed 1 del secondo) nell’ultima funesta serie A.
Probabilmente la squadra che girò a 20 punti diede sempre l’idea di aver raccolto vittorie e punti in modo causale e fortunato, ma alla fine ciò che conta è sempre e solo la classifica. E quel Pescara dopo 14 gare aveva 11 punti, tutti conquistati da Stroppa che si dimise a Siena al termine del tredicesimo turno.
Insomma la situazione di classifica non aiuta di certo l’ambiente. E l’infermeria dà il colpo di grazia a causa delle innumerevoli assenze. Ma tant’è. Quindi ora conta solo portare a casa il risultato, anche a costo di giocare male. Centrare i tre punti già nella gara interna contro il Cagliari di domenica garantirebbe quella boccata d’ossigeno necessaria per affrontare il resto del campionato se non altro con una maggiore tranquillità.