PESCARA – Di solito si parla sempre di calcio giocato, ed ogni testata d’informazione che si rispetti, soprattutto a ridosso di un evento è quasi “obbligata” a stare sulla notizia del giorno. Oggi, però, in vista del match casalingo di domenica tra Pescara e Parma, ci tornare indietro nel tempo e ricordare con entusiasmo una giornata che tutti i tifosi biancazzurri hanno ben salda nella propria memoria.
Domenica 21 giugno 1987, ultima giornata del campionato di serie B. In uno stadio Adriatico gremito e festante (oltre 40.000 spettatori), il Pescara di Giovanni Galeone ha il suo terzo appuntamento con la storia del massimo campionato: vincere significherebbe scavalcare al primo posto la Cremonese e raggiungere la serie A. E pensare che, fino ad una settimana dall’inizio del campionato, il Pescara avrebbe dovuto giocare in serie C1, essendo retrocesso sul campo. Lo scandalo del totonero e la radiazione del Palermo per fallimento ripescano però il Delfino tra i cadetti. Dunque, una vera e propria impresa. Tra il dire ed il fare, però, c’è il Parma di Arrigo Sacchi, futuro allenatore pluridecorato, che, trovandosi con due punti in meno, vincendo contro gli abruzzesi li raggiungerebbe guadagnando così lo spareggio promozione.
Partita vera, dunque, con i biscotti che rimangono esposti sul banco della pasticceria e due tecnici, Galeone e Sacchi, che hanno dimostrato di spezzare l’italico catenaccio del “meglio prima non prenderle che darle” all’insegna di possesso palla e verticalizzazioni produttive di un calcio spettacolare, che ha portato le due squadre a un passo dall’elite del calcio italiano. L’entusiasmo e la tensione sono pertanto alle stelle, con i tifosi che si prenotano nel giro di pochissimi giorni quello che potrebbe divenire un posto in paradiso. C’è perfino chi ha noleggiato un piccolo Cessna da turismo con attaccato uno striscione con sopra scritto “Forza Pescara”, in volo sullo stadio prima della partita.
Pochi istanti prima del fischio d’inizio dell’arbitro Casarin, il secondo portiere del Pescara, Minguzzi, fa capolino dal tunnel degli spogliatoi e rompe gli indugi, manifestando a telecamera e microfono di una tv privata lo stato d’animo della squadra, tesa, ma consapevole della propria forza e decisa a non farsi sfuggire l’occasione. Sentimenti che, in rapida successione, vengono anche confermati dal mediano di spinta Bosco e dal centravanti capocannoniere Rebonato. Galeone ha deciso per questo undici: Gatta tra i pali, Benini e Camplone difensori esterni, Dicara libero, Bergodi stopper, Bosco Gasperini e Marchegiani a centrocampo , Pagano, Rebonato e De Rosa in attacco.
L’incontro vede da subito il Pescara in attacco, con il portiere emiliano Ferrari costretto a diversi interventi decisivi. Anche Gatta, comunque, deve lavorare, perché il Parma si gioca eccome le sue possibilità per sperare ancora nella promozione. Non bastano tre reti segnate dal Delfino, perché Casarin le annulla tutte, tra le polemiche. Quando il caldo è ormai opprimente e la paura di non farcela si impadronisce dell’Adriatico, a poco più di un quarto d’ora dalla fine, un lancio in avanti di Dicara finisce sui piedi di Rebonato che, spalle alla porta, lascia proseguire splendidamente per Bosco che, inserendosi prepotentemente da dietro, entra in area, resiste alla carica di un difensore parmense e segna di sinistro nell’angolino basso della porta sotto la curva sud: è il goal della promozione. Al fischio finale, inevitabile e pacifica invasione dei tifosi che celebrano Galeone e tutti i protagonisti di un campionato esaltante, iniziato tra lo scetticismo di molti che ritenevano quel Pescara non altezza della serie B, essendo stato allestito per la cadetteria in appena sette giorni.
Così, alla fine, come spesso accade in queste occasioni, si mettono da parte fasce protette e regole di buona televisione e le immagini di una emittente locale immortalano lo spogliatoio dell’Adriatico. Il tasso alcolico di molti tra giocatori e componenti dello staff è di quelli da ritiro immediato della patente e la spiegazione potrebbe risiedere in una gigantesca tanica di plastica da cui più o meno tutti si dissetano e che quasi certamente non contiene acqua. Gasperini, afono, ammette candidamente di essere ubriaco, ma riesce comunque ad esprimere la sua soddisfazione, ricordando anche che, appena un anno prima, quella squadra avrebbe dovuto giocare in C1. Bosco, letteralmente impazzito di gioia, dedica la vittoria ed il goal alla moglie e ai tifosi. Infine, il mitico Vincenzo Marinelli, uno degli azionisti della società, spalla del Presidente Panfilo De Leonardis, riconoscendo la scarsa lucidità, preferisce non commentare la partita, ma solo ricordare come la promozione sia giunta dopo aver restituito al Pescara una sana e robusta costituzione economico – finanziaria (scusate se è poco, considerati i tempi che corrono).
Venticinque anni dopo, Pescara – Parma ha significati ben diversi, ma la speranza è che quelle scene di entusiasmo datate 1987 possano spingere la squadra di Stroppa a cogliere un successo importante sulla strada che porta alla salvezza.
(RACCONTO TRATTO DAL SITO www.pescaracalcio.com)