PESCARA – Ancora una sconfitta. Ancora in casa. All’Adriatico nuovo ko in 4 giorni. Solo 4 punti nelle ultime 5 gare. Fortunatamente davanti hanno rallentato. Chi gioca contro il Pescara sa perfettamente cosa fare, ovvero buttare la palla nello spazio alle spalle dei centrocampisti.
La Recanatese ha sfruttato le lacune evidenti dei biancazzurri in fase di non possesso e ha vinto la partita. Primo tempo non trascendentale ma chiuso in vantaggio. Ripresa, invece, deludente e confusionaria. Pescara lungo, largo, senza coperture preventive.
Una fase difensiva da brividi al cospetto di un avversario organizzato, schierato secondo i canoni di un 4-4-2 dinamico e, nel secondo tempo, più intraprendente. Si può anche essere una squadra offensiva senza per questo regalare occasioni e gol in serie agli avversari. Sale a 15 il numero delle reti incassate.
Lo abbiamo già detto, l’organico a disposizione di Zeman non è da primo posto ed è inferiore a quello dello scorso anno, ma contro la Recanatese, non una formazione di primissimo livello, avrebbe potuto e dovuto fare decisamente meglio. Centrocampo in difficoltà anche in fase di costruzione. Del resto in questo reparto, dopo 11 partite, Zeman non ha ancora individuato lo schieramento tipo. Ha fatto discutere la scelta di avvicendare a fine primo tempo Tommasini con Cuppone. Decisione francamente incomprensibile, dal momento che l’ex Taranto aveva sbloccato il punteggio ed era comunque in fiducia.
Si tratta della seconda sconfitta di fila all’Adriatico dove il Pescara non sa più vincere. Un solo punto nelle ultime 4 sfide con 3 gol fatti e 6 subiti: Pineto-Pescara 1-0, Pescara-Vis Pesaro 0-0, Pescara-Torres 1-2, Pescara-Recanatese 2-3. L’ultimo successo lo scorso 2 ottobre (3-2 col Gubbio). In generale 4 punti nelle ultime 5 gare. Bottino modesto. Probabilmente le cose sono andate sin troppo bene prima ma stanno andando sin troppo male adesso. Giusto riconoscerlo pur nella consapevolezza che, per forza e cilindrata non eccelse della rosa, il percorso resta comunque positivo.
I singoli. Brosco provvidenziale in apertura su Melchiorri ma poi sempre in ritardo. Non è un momento propizio per il capitano. Le alternative non mancano.
Merola continua a non incidere e rischia di diventare un’incompiuta. Tunjov anonimo, non è la prima volta. Probabilmente Aloi, sempre chiamato in causa, sarebbe più utile. In realtà c’è poco da salvare. Il migliore, ancora una volta, Plizzari. In ogni caso ora bisogna ripartire, in fretta.