SIRACUSA – Jobs act, misure per la scuola e piano casa “sono pronti”. Il premier Matteo Renzi arriva a Siracusa per incontrare i sindaci e gli alunni di una scuola elementare e annuncia che tra una settimana presenterà le tre riforme. Si deve agire in fretta e con “provvedimenti choc”, spiega, “o sprecheremo la ripresa”. I dettagli li illustrerà a palazzo Chigi mercoledì prossimo in una “corposa conferenza stampa”, per oggi si limita a dire che per l’edilizia scolastica «ci sono 2 miliardi di euro» che «non sono sufficienti per tutti i Comuni, ma vanno spesi anche per dare un segnale». E sottolinea: «Faremo della scuola un luogo di grande bellezza».
Le riforme devono essere approvate entro pochi mesi, sicuramente «prima del semestre europeo perché non vogliamo andare in Europa a chiedere, ma a proporre un’idea diversa», scandisce prima di assicurare ai sindaci del Siracusano che «l’Italia non ha finito il proprio tempo. Trovo rassegnazione tra molti di voi, ma dobbiamo dire che attraverso il sacrificio di tutti non ce la farà solo il governo Renzi, ce la fa l’Italia. Non è il governo sul filo e tutti giù a guardare se casca. Sul filo – aggiunge – ci siamo tutti». Agli insegnanti dell’istituto comprensivo “Raiti” rivolge un ringraziamento: «Con il vostro lavoro salvate il Paese. Guadagnate poco, ma siete il cardine dell’Italia. Voglio che il governo stia in mezzo agli insegnanti». Poi rassicura i bambini: «Ci confermate che noi dobbiamo tenere in vita i vostri sogni. Tanti dei vostri genitori – afferma – forse hanno difficoltà per il lavoro. È un momento molto difficile, il più difficile da 30 anni. Ma c’è adesso la possibilità di investire per nuovi posti di lavoro».
Da ultimo, durante un incontro con gli imprenditori, interviene nel dibattito sulla riforma della legge elettorale. «Ho visto che oggi qualcuno sui giornali dice che voglio fare la legge elettorale “solo per la Camera”. È quello che abbiamo sempre detto perché la scommessa è cambiare il Senato così com’è. Ho rispetto per il Senato, ma il bicameralismo perfetto è un freno per l’Italia. Questa – conclude – è la riforma chiave dell’azione di governo». Una riforma radicale che per Renzi non significa che i senatori «sono meno bravi dei deputati, ma che si riduce il numero dei parlamentari: segno importante non dal punto di vista economico, che è secondario, ma del messaggio simbolico».