PESCARA – L’effetto “Soprintendenza” sul ponte del Cielo non si placa. Sull’argomento torna a parlare il vice sindaco di Pescara Enzo Del Vecchio: “La Soprintendenza ci assegna dieci giorni per le controdeduzioni. Abbiamo verificato se le nostre ragioni fossero o meno legittime e con i tecnici abbiamo visto che i rilievi posti sono superabili”.
A tal proposito oggi c’è stata una riunione in Comune con il Governatore Luciano D’Alfonso e il sindaco Marco Alessandrini, dopo il preavviso di diniego per i lavori di realizzazione del cosiddetto ‘Ponte del Cielo’ giunto ieri dalla Soprintendenza Belle Arti d’Abruzzo.
Ma non tutti sono dello stesso avviso: “Il pontile dinanzi a piazza Primo Maggio non si puo’ fare: lo sapevamo, lo abbiamo detto sin dal primo istante, ora lo ha decretato anche la Sovrintendenza, con un parere che, per quanto si impegnino vicesindaco Del Vecchio, sindaco Alessandrini e governatore D’Alfonso, tutti insieme, innescando una ‘battaglia di cervelli’, non e’ comunque aggirabile ne’ superabile. A questo punto non perdiamo altro tempo dietro ad assurde megalomanie, stile ‘bicchiere di vino’ di Toyo Ito: recuperiamo immediatamente il milione di euro disponibile per avviare, finalmente, il recupero strutturale completo della Stella Maris sulla riviera di Montesilvano, in aggiunta al milione di euro lasciato in eredita’ da me, ricordando che la somma stanziata per il pontile, se non impegnata entro il prossimo 31 dicembre, ovvero entro un mese, sara’ persa definitivamente, dunque oltre al danno, pure la beffa”. La proposta e’ arrivata dal Capogruppo di Forza Italia, alla Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri.
“Anche l’ultima cartuccia sparata dal sindaco Alessandrini, sperando di risollevare la propria immagine pubblica, aggrappandosi alla sua ultima speranza, il pigmalione-presidente D’Alfonso, si e’ rivelata un clamoroso flop – ha osservato il capogruppo Sospiri -. Un mese fa, in quattro e quattr’otto ha mobilitato gli uffici tecnici e ha fatto preparare il progetto preliminare del ‘ponte del cielo’, null’altro che un pontile che gira in tondo, alto un metro e mezzo dalla superficie dell’acqua, quindi una barriera visiva inaudita e inconcepibile che avrebbe deturpato per sempre l’orizzonte pescarese. Un pontile peraltro costruito con assi di legno che avrebbero determinato una spesa enorme in termini di manutenzione, pensando all’azione erosiva del mare e, soprattutto, al ponte di legno della Provincia in via Rigopiano, chiuso da mesi”.