PESCARA – Il dragaggio deve iniziare immediatamente in modo da ottenere quanto prima la messa in sicurezza dell’imboccatura del porto e l’erogazione entro il 6 ottobre dei fondi per il fermo straordinario. Lo ha chiesto l’associazione armatori di Pescara, rappresentata da Mimmo Grosso, che ha formalmente avanzato a Comune, Provincia, Regione e Camera di Commercio, in occasione dell’incontro di questa mattina con l’assessore regionale Mauro Febbo, il presidente della Provincia Guerino Testa e il vice comandante della Capitaneria di porto Antonio Catino.
“Se non saremo ascoltati anche questa volta – ha annunciato Grosso – dobbiamo prepararci a forme di protesta molto dure. Anche a incatenarci davanti le sedi di Provincia, Comune e Capitaneria di porto”. La marineria intanto non vuole lasciare nessuna strada intentata e ha avanzato anche richiesta di sistemazione per le imbarcazioni pescaresi nei porti di Giulianova e Ortona. Ma su questa ipotesi al momento prevale un netto pessimismo. Dunque è sulle condizioni poste nel loro documento, che saranno discusse anche con il presidente della regione Chiodi, in un incontro fissato per mercoledì, che ora si concentrano tutti gli sforzi.
Nel documento si chiede inoltre alle istituzioni un fondo per il risarcimento dei danni alle imbarcazioni causati dal mancato dragaggio e di garantire ai lavoratori dipendenti, in caso di ulteriore fermo, uno stipendio minimo. “Perché – ha ricordato Grosso – qui ci sono famiglie che fanno fatica a mangiare. E noi chiederemo anche alle nostre mogli se sarà necessario, di incatenarsi”.