PADOVA – Blitz dei carabinieri del Ros, in diverse regioni italiane, contro “un gruppo riconducibile a diverse sigle di ideologia secessionista, che aveva progettato varie iniziative, anche violente, finalizzate a sollecitare l’indipendenza del Veneto e di altre parti del territorio nazionale dallo Stato italiano”. Ventiquattro le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del tribunale di Brescia, su richiesta della procura, per associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra.
Tra le iniziative documentate dall’inchiesta, «la costruzione di un carro armato – costruito in un capannone denominato «arsenale», a Casale di Scodosia (Padova) – sottoposto a sequestro, da utilizzare per compiere un’azione eclatante a Venezia in piazza San Marco». Secondo il comandante del Ros, il generale Mario Parente, c’era l’intenzione di mettere in atto numerosi attentati, alcuni dei quali a sedi di Equitalia. Erano stati, invece, abbandonati, i progetti riguardanti attentati ai tralicci, sulla scorta dell’esperienza altoatesina, perché avrebbero potuto vanificare l’obiettivo finale che era l’occupazione di Piazza San Marco a Venezia.
Tra gli arrestati, anche l’ex parlamentare Franco Rocchetta, uno dei fondatori della Liga Veneta poi confluita nella Lega Nord. Successivamente Rocchetta, tra i promotori del referendum per la secessione del Veneto, ha abbandonato il movimento. In manette ci sono anche due ex “Serenissimi” che assaltarono il campanile di san Marco, a Venezia, nella notte tra l’8 e 9 maggio 1997, in occasione del bicentenario della fine della Repubblica di Venezia, il 12 maggio 1797- Si tratta di Luigi Faccia e di Flavio Contin. Quella notte di 17 anni fa insieme ad altri occuparono il campanile, esponendo dalla cima la bandiera con il Leone simbolo della Repubblica. Di quell’azione, oltre al nome di «Serenissimi» dato ai componenti del commando, alla storia è passato il “Tanko”, un furgone trasformato in un rudimentale mezzo blindato: in otto occuparono il campanile esponendo dalla cima la bandiera con il Leone simbolo della Repubblica.
Secondo gli inquirenti, che escludono «con certezza» l’esistenza di «elementi di collegamento con la Lega Nord», i secessionisti avevano costituito una «alleanza» eversiva. Alleanza – ha spiegato il procuratore capo della Repubblica di Brescia, Tommaso Bonanno, durante una conferenza stampa – costituita nel comune di Erbusco, in provincia di Brescia, il 26 maggio 2012 e comprendente movimenti separatisti che vanno da “Brescia patria” e alcuni rappresentanti di “Veneto Stato” ad altri movimenti separatisti in Italia. Dalle indagini sono state accertate riunioni riservate in abitazioni, aziende e ristoranti di proprietà degli arrestati e un’attività di reperimento di finanziamenti, oltre che l’utilizzo di telefoni cellulari dedicati per l’attività sovversiva. Documentati contatti con la criminalità albanese per reperire armi. È emerso che quella sgominata dai Ros era un’alleanza tra più «organizzazioni secessioniste sotto il comune progetto dell’indipendenza dallo Stato italiano». Tra queste, secondo gli investigatori, Brescia Patria, Veneto Stato, il movimento indipendentista sardo Disubbidientzia, nonché il movimento dei Serenissimi.