ROMA – Il Parlamento è oggi al primo banco di prova. Dopo il voto del 4 marzo, oggi si votano i presidenti di Camera e Senato. Dopo che le trattative degli scorsi giorni tra i partiti sono fallite, le votazioni per le presidenze delle Camere sono iniziate stamane senza la minima traccia di accordi e, soprattutto, senza rete.
Il voto del 4 marzo, per Napolitano, è stato “un netto spartiacque” dal quale sono emersi vittoriosi quei protagonisti – Lega e M5s – che “hanno espresso le posizioni di più radicale contestazione, di vera e propria rottura rispetto al passato”. Sono loro, secondo il senatore, “oggi i candidati a governare il Paese”. Mentre il partito democratico, che ha sostenuto tre esecutivi (il primo dei quali, quello guidato da Enrico Letta, tenuto a battesimo proprio da Napolitano), “ha subìto una drastica sconfitta ed è stato respinto all’opposizione”. Una presa di posizione molto politica, anche perché con l’attuale legge elettorale definire chi sta all’opposizione e chi deve andare al governo non è affatto scontato date le molteplici combinazioni possibili: Lega-M5s? O M5s-Pd? Per Napolitano invece sembra che il posto del Pd debba essere soltanto uno: all’opposizione”.
Nel primo pomeriggi comunque la situazione è stata chiara: quasi mille schede bianche nelle prime votazioni per eleggere i presidenti di Senato e Camera: 590 a Montecitorio, 312 a Palazzo Madama. Il resto sono voti nulli o dispersi.E per oggi sarà così. È l’immagine di un Parlamento bloccato già alla prima seduta dai veti incrociati tra i partiti che hanno vinto le elezioni.