ROMA – Incassata la vittoria in Italia, REnzi punta ora a quella oltralpe con Macron per stringere un asse e «cambiare l’Europa». L’ex premier ieri è rimasto in famiglia, oggi sarà a Roma per cominciare a scrivere «un nuovo capitolo» del Pd, «questo – ha sottolineato è un nuovo inizio, la pagina è bianca».
Dovrà riempirla con nuovi contenuti, a partire dai temi in agenda: legge elettorale, Alitalia e nodo manovra in primis. Ma il 7 maggio quando verrà formalmente proclamato segretario Renzi si augura innanzitutto di avere come alleato il candidato centrista. E lo scambio avvenuto via social è un segnale di queste aspettative: «Felicitazioni per la tua elezione alla guida del partito – ha scritto il possibile successore di Hollande all’Eliseo -. Adesso io farò il massimo per la vittoria tra 8 giorni e tu fai il massimo per vincere le prossime elezioni generali! Con amicizia». Ed ancora: «Insieme, cambiamo l’Europa con tutti i progressisti». «Grazie a te caro Emmanuel! Siamo con te. Viva la Francia, viva l’Europa (che andiamo a cambiare insieme) #enmarche #incammino», la risposta su Twitter del vincitore delle primarie dem.
C’è chi tra i renziani non esclude che con una vittoria di Macron la data del voto possa essere più vicina, ma è stato lo stesso ex presidente del Consiglio a frenare per ora sulle elezioni anticipate. Fermo restando che l’intenzione è quella di `marcare´ l’esecutivo sulle riforme da portare avanti. Rispetto al risultato di ieri affiora qualche polemica sui dati finali («Renzi al 68%, Andrea Orlando al 22,2% e Michele Emiliano al 9,8%», dicono dal Comitato del Guardasigilli mentre dai riscontri diffusi dal partito il nuovo segretario è al 70% e i votanti sono stati un milione 848mila) ma i tre che si sono affrontati per la guida del Nazareno già pensano al dopo. E il dopo è innanzitutto la battaglia sulla legge elettorale.
«Non smobilitiamo», è stata la premessa di Orlando che punta alla costruzione di un campo di centrosinistra, «sarà la posizione dell’intero partito». «Dobbiamo uscire – rilancia Emiliano – dalla logica del Pd maggioritario». «Capisco il punto di vista del segretario, ma se il programma è chiaro, dettagliato e condiviso si può vincere più facilmente se costruiamo una coalizione», osserva il governatore della Regione Puglia che non condivide «la `fatwa´ contro Mdp». «Noi faremo una coalizione ma con i cittadini non con i partiti», la posizione espressa da Renzi.
L’ex presidente del Consiglio non apre ad un premio alla coalizione (domani Pisapia tornerà a chiederglielo) ma è orientato a puntare su un listone ampio che possa magari tenere dentro anche i pezzi della maggioranza attuale ma non i fuoriusciti dem.
Lo scontro sulla legge elettorale riparte oggi in Commissione Affari Costituzionali ma il neosegretario metterà sul tavolo la sua proposta soltanto la settimana prossima. Nel frattempo Di Maio ha ribadito la disponibilità al dialogo («Il Legalicum non è inscalfibile») prima di attaccare il Pd: «Il Pd ha perso un milione di votanti alle primarie, noi siamo sempre in crescita, abbiamo un trend in crescita, loro no. L’unico trionfo della democrazia sono le elezioni». «Che tenerezza, è costretto a commentare le nostre primarie con il fastidio di chi sa che un tale bagno di democrazia non lo farà mai», la risposta di Orfini.
Gli avversari di Renzi mirano alle amministrative per `depotenziarlo´, visto che forte di un consenso così largo il nuovo segretario avrà ancor di più la `golden share´ del governo. Le primarie un trionfo per Renzi? Ma se perde 600mila voti…«, il commento sarcastico del bersaniano Gotor. E Salvini è ancora più duro: «Non mi spiego come ci siano stati 1 milione 800 mila italiani che ieri hanno pagato due euro per farsi fregare»