ROMA – Pippo Civati, consigliere regionale, 37 anni, primo in Lombardia. Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro, deputato uscente, primo in Piemonte. In cima alle preferenze anche Anna Finocchiaro, capogruppo uscente al Senato, a Taranto e Rosy Bindi in Calabria. Nel Lazio sarebbe primo Stefano Fassina, responsabile del dipartimento economico. A Milano, il candidato più votato è Barbara Pollastrini, deputato uscente. Nonostante i risultati ufficiali delle primarie del Pd saranno resi pubblici il 2 gennaio, trapelano le prime notizie sul voto di sabato e domenica nel quale – secondo i dati diffusi dal partito – avrebbero partecipato un milione di persone, più o meno un terzo di quelle che avevano votato lo scorso novembre per la scelta del candidato a premier del centrosinistra.
Bisognerà attendere mercoledì per l’ufficializzazione dei dati ma, secondo le indiscrezioni, le consultazioni avrebbero indicato una generalizzata sfiducia verso i parlamentari uscenti (quando sono confermati, risulterebbero all’ultimo posto nelle preferenze) e la predilezione per candidati legati al territorio anche se più o meno sconosciuti a livello nazionale. Un successo soprattutto per donne e giovani – come ha sottolineato entusiasta Bersani su Twitter -, che hanno saputo intercettare la fiducia di gran parte degli elettori, e che andranno a rinnovare in modo massiccio quei gruppi parlamentari uscenti sui cui era evidente l’impronta della segreteria di Walter Veltroni. Risulterebbero inoltre fortemente ridimensionate anche le componenti del Pd provenienti dai Popolari e dalla Margherita (quelle di Dario Franceschini, Beppe Fioroni ed Enrico Letta), a fronte del rafforzamento dei bersaniani. Il che, se dovesse essere confermato, potrebbe aprire una discussione sulla natura plurale – dal punto di vista culturale e politico – del partito, da molti accusato di essersi eccessivamente socialdemocratizzato con la regia organizzativa di Vasco Errani, Nico Stumpo e Maurizio Migliavacca, fedelissimi del candidato premier.
«Sono numeri largamente superiori alle nostre aspettative per una esperienza che non ha precedenti nella storia politica nazionale ed europea Abbiamo fatto una cosa difficilissima ma bellissima – dichiara Migliavacca ai microfoni del Tg2 -. Correre qualche rischio significa ottenere qualche risultato». Il segretario coglie l’occasione per annunciare la candidatura di Massimo Mucchetti, vicedirettore del “Corriere della Sera’’, nella quota del 10% dei candidati che spetta a Bersani decidere. Su Twitter, il vicesegretario Enrico Letta fornisce un primo commento sui risultati delle primarie: «Ha funzionato il meccanismo della doppia preferenza di genere. Grandi successi per molte donne giovani (senza logiche di apparato)».
Nel Lazio, dove primeggia Fassina, gli altri candidati dovrebbero essere Umberto Marroni, Marco Miccoli, Matteo Orfini Micaela Campana, Ileana Argentin e Monica Cirinnà. In Puglia, secondo un primo spoglio, primeggerebbe il deputato uscente Francesco Boccia. Giorgio Gori, ex dirigente Mediaset, spin doctor di Matteo Renzi, il sindaco di Firenze che ha sfidato Bersani per la leadership del centrosinistra, non ce l’ha fatta a Bergamo. Prima di lui, Elena Carnevali, capogruppo del Pd in Comune, e il deputato uscente Giovanni Sanga. Ma Gori potrebbe essere recuperato nella quota dei parlamentari su cui deciderà il segretario o in un incarico (sottosegretario alle telecomunicazioni?) in un eventuale governo di centrosinistra. Renzi dichiara intanto di «essere a disposizione di Bersani per la campagna elettorale».
In Lombardia, dietro Civati, arriva un altro segnale significativo di rinnovamento. Sono i trenta-quarantenni a vincere le primarie: Veronica Tentori, ventisettenne, a Lecco; Alan Ferrari a Pavia e Chiara Braga a Como (sotto i quaranta entrambi). Dietro Pollastrini a Milano, arriva un’atra donna: Lia Quartapelle. In Piemonte, dietro Damiano, si classificano Paola Bragantini e Francesca Bonomo (28 anni). Penalizzati i deputati uscenti, si salverebbero solo Stefano Esposito e Anna Rossomando. Tra le sorprese, i tanti voti ottenuti da Francesca Bonomo, 28 anni, consigliera comunale di Barbania, animatrice parrocchiale.
In Liguria, primi in classifica sono Lorenzo Basso, segretario regionale, e Mario Tullo, deputato uscente. La prima delle donne è Roberta Pinotti, senatrice uscente. A Imperia vince Donatella Albano, ex consigliere comunale a Bordighera, la prima a denunciare le infiltrazioni della mafia nel suo Comune. In Campania, si impongono Antonio Amato (consigliere regionale), Enzo Cuomo (ex sindaco di Portici), Fulvio Bonavitacola (deputato uscente), Salvatore Piccolo (deputato uscente). Prime tra le donne, Valeria Valente, Assunta Tartaglione, Angelica Saggese. Conferma per Pina Picierno, deputato uscente, a Caserta.
Tra le donne più votate, Stefania Pezzopane, ex presidente della Provincia dell’Aquila. In Umbria, dovrebbero aver ottenuto un posto in lista Gianpiero Bocci, Gianluca Rossi, Giampiero Giulietti, Anna Ascani, il deputato orvietano Carlo Emanuele Trappolino e Nicoletta Valli. In Emilia Romagna sono in testa il renziano Matteo Richetti e la ventottenne Giuditta Pini, segretaria regionale dei giovani del Pd giovani democratici vince a sorpresa. Dall’oro olimpico allo scranno parlamentare, ce la fa anche Josepha Idem, canoista tedesca di origine ma ravennate di adozione: un posto sicuro in lista. In provincia di Bologna si affermano Andrea De Maria, Claudio Broglia, Sergio Lo Giudice, Paolo Bolognesi. Tra le donne, si segnalano i risultati positivi di Marilena Fabbri, Rita Ghedini, Donata Lenzi e Sandra Zampa. In Emilia, non dovrebbero essere confermati due parlamentari uscenti: Salvatore Vassallo e Paolo Nerozzi.