PESCARA – Prevenire è sempre meglio che curare. Per questo motivo, in maniera preventiva, forze dell’ordine mobilitate a Pescara per evitare che possano verificarsi scontri tra tifosi biancazzuri e rom in vista dell’ultima udienza del processo per l’omicidio di Domenico Rigante, il fan della Pescara Calcio ucciso con un colpo di pistola la sera del primo maggio 2012, a Pescara.
Con l’arringa dell’avvocato Franco Metta, uno dei difensori di Massimo Ciarelli, giovane rom per il quale il pm Salvatore Campochiaro ha chiesto l’ergastolo, e’ iniziata stamani l’ultima udienza davanti al gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea. In aula sono presenti tutti e cinque gli imputati: Massimo Ciarelli, Domenico Ciarelli, nipote di Massimo, e i cugini Luigi, Antonio e Angelo Ciarelli. I cinque devono rispondere di omicidio volontario premeditato e porto abusivo di arma. Dopo Metta e’ prevista l’arringa degli altri difensori, le repliche e infine la decisione del gup. Anche oggi sta assistendo al processo la famiglia di Rigante. Presenti il battaglione carabinieri di Napoli e il reparto mobile della polizia.
Per quanto riguarda il processo, invece, secondo l’arringa dell’avvocato Franco Metta, legale di Massimo Ciarelli, che ha chiesto per il suo assistito l’attenuante della provocazione “non c’e’ stata premeditazione”. Per Metta si tratta di omicidio preterintenzionale “perche’ – ha detto ai cronisti – in base alle risultanze della prova scientifica in particolare, risulta che non ci fosse la volonta’ da parte di Ciarelli di provocare la morte di Rigante, bensi’ soltanto di procurargli delle lesioni. Parliamo del colpo di pistola, dell’altezza dalla quale e’ stato sparato, della distanza dalla quale e’ stato sparato. Parliamo del fatto che, se io ho intenzione di ammazzare una persona, innanzitutto reitero i colpi e poi li indirizzo verso una parte vitale. Non si e’ mai sentito che il sopra gluteo sia una parte vitale. Rigante era alla merce’ del suo aggressore. Se l’aggressore avesse voluto provocare la morte non solo avrebbe esploso piu’ colpi di pistola, ma avrebbe mirato al tronco o al capo. Questo fa di un omicidio premeditato volontario contestato dal pm, a mio parere, un omicidio preterintenzionale”.