PESCARA – Non ci sarebbero elementi sufficienti per provare che i Toto avrebbero ricevuto presunti “favoritismi”. E’ la tesi dell’arringa difensiva dell’avvocato Franco Coppi, legale di Carlo e Alfonso Toto, che ha caratterizzato oggi la ripresa, dopo la pausa delle festività natalizie, del processo su presunte tangenti negli appalti pubblici al Comune di Pescara che conta tra gli imputati l’ex sindaco del capoluogo adriatico Luciano D’Alfonso.
Il professor Coppi ha parlato per un’ora davanti ai giudici del tribunale di Pescara. In particolare con considerazioni di carattere giuridico e amministrativo ha sostenuto che non ci sono elementi per provare favoritismi nei confronti dei Toto nella vicenda dell’appalto riguardante l’area si risulta.
Il legale dei Toto attraverso l’esame analitico dei fatti ha inoltre detto che non si configura il reato di turbativa d’asta, anche alla luce della nuova normativa approvata nell’agosto del 2010. Sempre per il professor Coppi, anche sulla base della norma approvata nel novembre 2012 che punisce il semplice fatto di donare qualcosa ad un pubblico ufficiale, non si configura neanche il reato di corruzione.