
CHIETI – Non c’era il perito al processo riguardante Roberto Di Santo, il ‘bombarolo’, 58anni di Roccamontepiano, arrestato a gennaio 2013 a Rosciano dopo dieci giorni di latitanza, con l’accusa di vari atti incendiari a Pescara e a Chieti. Tutto rimandato quindi al 19 maggio. In quell’occasione si terra’ la discussione dei risultati della perizia disposta dal Tribunale collegiale di Pescara per accertare la capacita’ di intendere e volere di Di Santo al momento dei fatti che gli vengono contestati.
Nello specifico Di Santo, e’ accusato di aver piazzato un ordigno incendiario a Cepagatti, di aver dato fuoco alla macchina della sorella davanti al Tribunale di Chieti e di aver appiccato un incendio in una ex casa famiglia, sempre nel chietino.
Intanto l’avvocato Valerio Argentieri, difensore di Di Santo, evidenzia come “la perizia ha individuato la pericolosita’ psichiatrica Di Santo ma non ha fatto riferimento alla pericolosita’ sociale. Non ha quindi fatto il distinguo che avrebbe permesso alla difesa di chiedere una misura diversa dalla detenzione e di poter utilizzare tutti gli strumenti che possono essere attenuanti della responsabilita’ per definire il processo”.
“La perizia – ha aggiunto il legale – ha individuato due aspetti ben distinti. Uno riguardante la pericolosita’ psichiatrica e un altro la capacita’ di intendere e di volere, capacita’ che sembrerebbe scemata al momento dei fatti ma comunque idonea per sostenere il processo”.
Slitta di nuovo, per l’assenza del perito,