BUSSI SUL TIRNO – E’ prevista probabilmente nel pomeriggio e non prima delle 17 la decisione della Corte d’Assise di Chieti riguardante la mega discarica di Bussi, cioe’ 25 ettari di rifiuti tossici interrati che avrebbero inquinato le acque del fiume Pescara e le sorgenti dell’acqua pubblica della Val Pescara. I giudici si sono appena ritirati in camera di consiglio per la sentenza. L’udienza oggi si e’ tenuta al palazzo di giustizia all’interno dell’Aula Matteotti.
Gli imputati sono 19, quasi tutti ex amministratori e vertici della Montedison, accusati di avvelenamento delle acque e disastro ambientale. Ventisette le parti civili, tra Regione, ministero, presidenza del Consiglio, Comuni, associazioni e ambientalisti. Diciotto le richieste di condanne ed una quella di assoluzione. Le pene chieste dai pm del Tribunale di Pescara Giuseppe Bellelli e Anna Rita Mantini variano da 4 a 12 anni e otto mesi. La condanna piu’ pesante e’ stata chiesta nei confronti di Carlo Cogliati, 75 anni, all’epoca dei fatti, amministratore delegato pro tempore di Ausimont. Quella piu’ lieve, 4 anni, per Nicola Sabatini, 87 anni, vice direttore pro tempore della Montedison di Bussi (1963-1975). Assoluzione solo per Maurizio Piazzardi, 42 anni, perito chimico. “L’acqua contaminata – si legge nella relazione dell’Istituto superiore di sanita’ depositata durante il processo – e’ stata distribuita in un vasto territorio e a circa 700 mila persone senza controllo e persino a ospedali e scuole”.
Nella relazione del 30 gennaio 2014, basata sui risultati delle analisi dell’acqua campionata nel 2007, i consulenti sottolineano che “la serie di azioni poste in essere nel sito industriale e nella mega discarica hanno pregiudicato tutti gli elementi fondamentali che presiedono e garantiscono la sicurezza delle acque, determinando cosi’ un pericolo reale e concreto per la salute”. Quello di Bussi e’ considerato il disastro ambientale che si sia mai verificato in Italia.