L’AQUILA – Oggi all’Aquila è stato il giorno della seconda udienza del processo d’Appello alla Commissione Grandi rischi, l’organo scientifico consultivo della presidenza del Consiglio dei minitri per il quale il procuratore generale Romolo Como ha chiesto nell’udienza di una settimana fa la conferma della pena a 6 anni di reclusione inflitta in primo grado ai sette esperti. La giornata è iniziata con l’intervento degli avvocati di parte civile Wania Della Vigna ed Antonio Valentini.
Si tratta degli scienziati componenti dell’organismo, organo scientifico consultivo della presidenza del Consiglio dei ministri, condannati in primo grado (il 22 ottobre del 2012) per omicidio colposo e lesioni per aver dato false rassicurazioni alla popolazione alla vigilia del terremoto del 6 aprile 2009 che causo’ la morte di 309 persone. In particolare gli imputati in carica nel 2009, sono accusati di aver rassicurato gli aquilani circa l’improbabilita’ di una forte scossa sismica che invece si verifico’ alle 3.32.
Della Vigna in aula ha raccontato gli ultimi drammatici momenti di uno dei ragazzi morti nel crollo della Casa dello Studente, in particolare dello studente universitario Hussein ‘Michelone’ Hamade. “Mi sono salvato dal caos di Gerusalemme, non moriro’ all’Aquila”. “I ragazzi della Casa dello studente, dunque, sono stati condizionati dall’esito della Commissione. A loro non si rimprovera assenza di virtu’ profetiche, ma informazione incompleta”.
L’avvocato Della Vigna alla fine si e’ associata alla richiesta di conferma della pena del pg. Poi e’ stata la volta dell’avvocato Antonio Valentini, anche lui parte civile (originata dall’esposto dello stesso Valentini, l’inchiesta e’ divenuta di pubblico dominio il 3 giugno 2010 con l’emissione di sette avvisi di garanzia). “I maggiori esperti dissero che una scossa maggiore di quella del 30 marzo non ci sarebbe stata, passo’ il messaggio che le scosse stavano scaricando energia. I 7 scienziati inviati come massimi esperti – ha detto Valentini nella sua arringa – non fecero nulla di cio’ che avrebbero dovuto, sconcertante dare ancora credito a Giuliani (studioso del radon ndr)”. Poi sul verbale ‘posticcio’, Valentini ha evidenziato come venne scritto nel pomeriggio del 6 aprile 2009, mentre si scavavano le macerie. La riunione del 31 marzo fu una grottesca pantomima. Il verbale postumo fu artefatto, edulcorato. Passo’ il messaggio che le scosse stavano scaricando energia.
La commissione non doveva prevedere il rischio sismico, doveva piuttosto valutare il rischio”. Gli ex componenti la Commissione Grandi Rischi che sono stati condannati per la morte di 29 persone ed il ferimento di altre quattro, coloro, cioe’ i cui familiari si sono costituti parti civili, poi divenute in tutto 56, sono: Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile, Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all’Universita’ di Genova e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile. Cariche che gli imputati rivestivano all’epoca del sisma. Tutti in primo grado sono stati condannati in solido tra loro e con il responsabile civile (presidenza del Consiglio dei ministri, in persona del presidente del Consiglio dei ministri pro tempore), al risarcimento del danno, da liquidarsi in separato giudizio nei confronti delle parti civili. Anche l’udienza di domani e’ dedicata alle parti civili e parte delle difese.