BUSSI SUL TIRINO – Va avanti il processo sulla mega discarica di rifiuti tossici, rinvenuta nel marzo 2007, a Bussi sul Tirino. Questa mattina in un documento Montedison del dicembre 1971 relativo ad un sopralluogo nella discarica Tremonti si ammetterebbe che le scorie sotterrate sarebbero potute arrivare in profondità. E’ quanto sarebbe emerso da uno dei nuovi documenti illustrati dal pm Anna Rita Mantini.
Il processo, che si svolge a porte chiuse in Corte d’Assise a Chieti, conta 19 imputati, quasi tutti ex amministratori e vertici della Montedison, accusati di avvelenamento delle acque e disastro ambientale doloso. Commentando questo documento del 1971 il pm Mantini avrebbe osservato “il processo potrebbe concludersi qui”.
Nel 1993 una societa’ di consulenza evidenzio’ alla Montedison il grave stato di inquinamento e l’inadeguatezza delle misure intraprese. E’ quanto sarebbe emerso da altri documenti illustrati oggi dal pm Anna Rita Mantini durante la requisitoria. In questo studio del 1993 la societa’ avrebbe anche proposto degli investimenti cospicui per la bonifica.
Una proposta, stando a quanto avrebbe sostenuto il pm, considerata onerosa dalla Montedison che avrebbe deciso di fare internamente. A riprova di cio’ l’accusa avrebbe mostrato un appunto di una riunione della Montedison dove ci sarebbe scritto “vecchie discariche, non ci conviene” e “noi”.
Il pm poi avrebbe fatto notare che nel 1991 sarebbero stati spesi 36 miliardi di lire per gli investimenti ambientali, mentre nel 1994 sei miliardi di lire. Tra i vari passaggi della requisitoria il pm Mantini avrebbe anche evidenziato che le autorita’ pubbliche avvertirono Montedison della presenza di pozzi inquinati ma “non i cittadini, le vittime della situazione”. Inoltre, il pm ha anche parlato di “omerta’” rispetto alla scarsita’ di testimonianze che ha potuto raccogliere. Sempre oggi, il pm Giuseppe Bellelli, ha illustrato lo studio della Regione del 2012 sull’incidenza dei tumori sottolineando che Bussi e’ il Comune a piu’ alta incidenza.