ROMA – “Il pagamento mensile regolare di una somma di denaro di tale entità (si parlerebbe di 2.500 euro) a soggetti che devono testimoniare in un processo nel quale colui che elargisce la somma è imputato o in altro processo all’esito del quale colui che elargisce la somma è interessato, non è un’anomalia ma un fatto illecito. Un inquinamento probatorio». Così i giudici della quinta sezione penale, presidente Annamaria Gatto, che questa mattina hanno depositato con 4 giorni d’anticipo sul previsto, la motivazione della sentenza del processo cosiddetto “Ruby due”, nel quale nel luglio scorso sono stati condannati Emilio vede e Lele Mora a sette anni di reclusione, e Nicole Minetti a 5. Si tratta di 390 pagine durissime, nelle quali non solo viene ricostruita la storia di Ruby e delle sue frequentazione ad Arcore ma viene stigmatizzata l’intera gestione difensiva di Silvio Berlusconi per il quale il tribunale chiede alla Procura di aprire un’inchiesta per corruzione in atti giudiziari e per concorso anche per I suoi avvocati Niccolò Ghedini e Pietro Longo.
Anche la posizione e le dichiarazioni di Karima El Mahroug vengono pesantemente censurate: secondo i giudici Ruby ha mentito consapevolmente in cambio di denaro per proteggere la posizione del Cavaliere, in complicità con l’allora avvocato di Lele Mora, Luca Giuliante, ex tesoriere del Pdl in Lombardia. «Se Karima ha mentito – scrivono i giudici a pagina 268 del provvedimento – lo ha fatto consapevolmente e non per effetto di “meccanismi di fuga” che in nessun modo appaiono provati. Le risultanze dell’istruttoria dibattimentale dimostrano con certezza che le menzogne che hanno caratterizzato unicamente la testimonianza resa al dibattimento, ove per altro la giovane ha dimostrato non solo la sua indubbia intelligenza ma anche una sicura furbizia selezionando attentamente le cose che poteva confermare e quelle che doveva smentire, quali domande evadere rifugiandosi dietro i “non ricordo” chi doveva “salvare” e chi “buttare a mare” e ciò tenendo presente sempre il suo personale tornaconto». Ruby, oltre che per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza dovrà anche rispondere, secondo il tribunale, di propalazione di false notizie.
Quanto ai tre imputati, il tribunale conferma la consapevolezza della minore età di Karima, all’epoca dei fatti, da parte di Emilio Fede e Lele Mora, nonché il ruolo di organizzatrice dei festini di Arcore e di favoreggiatrice della prostituzione. «L’attività di induzione posta in essere da Mora e Fede è plateale. fede ambisce a mantenere la posizione di prestigio da egli detenuta a Mediaset. Mora ambisce a risollevare le sue disperate condizioni imprenditoriali…»Il tribunale liquida in via provvisionale con 10 mila euro ciascuno le parti civili, ovvero Ambra Battilana, Chiara Danese, Imane Fadil.
È ovvio che a questo punto la Procura, riunirà questa sentenza a quella depositata settimana scorsa per la condanna di Berlusconi a 7 anni di reclusione, in un unico procedimento facendo partire, appena avverrà materialmente la trasmissione degli atti da parte del tribunale, la nuova inchiesta che vedrebbe quindi indagati Berlusconi, Ghedini e Longo nonché Ruby e l’avvocato Giuliante per corruzione in atti giudiziari, diverse “olgettine” e alcuni testimoni difensivi per falsa testimonianza; le richieste di rinvio a giudizio potrebbero essere in alcuni casi immediate, senza cioè passare dall’udienza preliminare sulla base degli atti per l’evidenza della prova.