ROMA – “Sapevo di essere innocente. È stata finalmente ristabilita la verità. Ringrazio la giustizia perché mi ha tutelato nonostante le accuse infamanti della stampa e della politica”. È entusiasta l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, assolto sia per la vicenda delle cene pagate con la carta di credito del Comune, sia per le presunte false assunzioni della sua onlus.
Il gup Pierluigi Balestrieri ha ritenuto Marino non responsabile di peculato perché «il fatto non sussiste» a proposito dei 56 pranzi e cene. E lo ha anche assolto dall’accusa di truffa perché «il fatto non costituisce reato» a proposito delle consulenze per la onlus Imagine di cui era il fondatore. Dopo l’apertura dell’inchiesta, Marino si era dimesso da sindaco della Capitale. La procura aveva chiesto una condanna totale a 3 anni e 4 mesi di carcere.
I pm Roberto Felici e Pantaleo Polifemo avevano indagato l’ex primo cittadino, nell’ambito di due diversi procedimenti. Sia per l’utilizzo della carta di credito del Comune per cene private, sia per il pagamento di consulenze per la onlus Imagine. Per quanto riguarda la vicenda relativa alla carta di credito (il cui plafon era stato aumentato da 10 mila a 50 mila euro) a Marino erano state contestate spese per circa 13 mila euro. Somma che l’ex sindaco ha poi restituito dopo l’apertura dell’inchiesta.
In merito alle indagini sulla onlus, che coinvolge altri tre indagati, l’accusa riguardava la certificazione di compensi riferiti a prestazioni fornite da collaboratori fittizi o soggetti inesistenti. Operazione, avvenuta tra il 2012 e il 2014, che avrebbe creato un danno patrimoniale di 6 mila euro all’Inps per il mancato versamento degli oneri contributivi. Il Comune di Roma si è costituito parte civile ed ha chiesto 600 mila totali tra danni funzionali e di immagine.
Un boato di applausi accoglie l’ingresso dell’ex sindaco all’hotel Nazionale, dove si svolge la conferenza stampa dopo l’assoluzione. Il marziano è un fiume in piena: «Il giudice oggi ha confermato quella fiducia che ho sempre avuto nella giustizia. Siamo ad un anno di distanza da quando mi dimisi sotto pressioni politiche e mediatiche gravissime, infanganti, offensive. Un anno fa nella nostra Capitale la democrazia è stata lesa e centinaia di migliaia di romani sono stati violentati nella scelta che avevano fatto da un piccolo gruppo di classe dirigente». Ma oltre a pensare ai cittadini di Roma, l’ex sindaco polemizza anche con quei politici che lo hanno duramente attaccato costringendolo di fatto alle dimissioni.
«Il conto di certe azioni lo paga il paese, soprattutto quando riguardano la capitale di Italia – afferma – . Qualcuno ora si dovrebbe guardare allo specchio e capire se ha la statura di statista e farsi un esame di coscienza». Dopo l’esposto in procura del M5S e dei Fratelli d’Italia, scoppiò una polemica politica anche all’interno del Pd. Tanto che la giunta Marino decadde un anno fa dopo che i consiglieri Pd si dimisero davanti al notaio. L’ex primo cittadino non è neppure certo che chi lo ha attaccato si scuserà. Dichiara infatti: «Le scuse di qualcuno che ha fatto un offesa e non parlo del premier o dell’illuminato commissario del Pd richiedono capacità di analisi ed onestà intellettuale in base di questo uno deciderà se scusarsi o no».
A chi gli chiedeva se pensasse a un ritorno sulla scena politica, Marino ha risposto: «È chiaro che ho il dovere morale di continuare a impegnarmi per il mio Paese e la mia città. Considero un grandissimo onore essere stato sindaco di Roma. È chiaro che io sento il dovere di contribuire con quello che potrò, con la mia capacità di studio, con la mia capacità di analisi e la mia capacità di coinvolgere le tante persone, che voglio ringraziare»